Si avvia la conclusione del restauro delle parti lignee del lato nord dell'Organo
Seguiamo lo Studio Quartana nei delicati interventi di restauro su incarnati, superfici dorate e policrome passo per passo...
Proseguono i lavori del maestoso Organo del Duomo di Milano, soggetto da marzo 2019 ad un delicato intervento di restauro che interessa le parti lignee, le componenti elettromeccaniche e le preziose ante del XVI e XVII secolo, opera di artisti, tra cui Giuseppe Meda e Camillo Procaccini.
A seguito dello smontaggio e del restauro delle componenti lignee della bassa cantoria, quali formelle e cariatidi, lo Studio Quartana, cui la Veneranda Fabbrica ha affidato l’incarico, si è spostato nei piani superiori, concludendo il lato dell’Organo rivolto verso l’Altar maggiore, che presenta intagli fini e raffinati e un tempietto a cupola con statue e angeli. Mancano al completamento della parte nord soltanto due piani affacciati sulla Sacrestia Aquilonare.
Il restauro si è così svolto in più fasi:
Prima fase: spolveratura ed aspiratura con filtri EPA ad azione calibrata in modo da non intaccare le parti decoese e rimuovere una spessa e consistente coltre di polveri grasse e particellato atmosferico, pericolosa ai fini della conservazione e tutela dell’opera. La spolveratura si è conclusa con pennelli a setole morbide; si è trattato di un’azione molto lunga non ancora completata.
Seconda fase: si è proceduto quindi con saggi di pulitura a tasselli sugli incarnati delle statue lignee, come sul volto della Madonna, sulle superfici dorate e policrome. Le sculture dalle fatture molto eleganti, avendo forme cave, comprendono notevoli sottosquadra e dettagli aggettanti, che hanno richiesto un’ulteriore pulitura per la rimozione dei depositi, grazie anche all’utilizzo di un tensioattivo a soluzione acquosa e solventi per la toelettatura delle superfici deteriorate + tensioattivi con alcool per i residui finali.
In modo molto delicato sono stati puliti gli incarnati e le parti dorate che presentavano ritocchi a porporina ossia con vernici sintetiche su una preparazione a bolo molto spessa, classica della doratura a guazzo*.
Gli ultimi interventi di restauro si sono concentrati proprio sulla rimozione dei ritocchi a porporina che, usati in passato per riparare le lacune della doratura, consunzioni, sollevamenti e decoesioni, si sono ossidati con il tempo. Ciò ha reso necessaria la riduzione dei suddetti grazie a miscele di tensioattivi previamente testati. I sollevamenti e le decoesioni sono stati ridotti grazie a infiltrazioni di colle alifatiche per ripristinare l’adesione al supporto ligneo, ma dovendo diluire la colla con acqua ed essendo la doratura a guazzo sensibile all’acqua, la superficie è stata protetta con una resina acrilica onde evitare di rovinare la doratura medesima.
Ultima fase: le rintegrazioni a cera. Le lacune della doratura sono state coperte con cere metallizzate dorate, completamente reversibili e non sintetiche come la porporina (soggetta ad ossidazione).
*Nella doratura a bolo, il substrato si compone di una base di argilla e colle animali su cui sono state stese foglie metalliche d’oro zecchino perfettamente aderenti, che lasciando intravedere la superfice sottostante, hanno condizionato il colore finale della doratura dalle tonalità più calde.
Questo non è che un primo passo verso il completamento del restauro dell’Organo più grande d’Italia e uno dei primi dieci più grandi al mondo, un capolavoro di maestria e musica che tornerà nuovamente a splendere e cantare grazie al sostegno di tutti coloro che vorranno contribuire alla campagna di raccolta fondi “15.800 note per il Duomo di Milano”.
Diventa donatore e potrai ricevere inviti per i concerti in Cattedrale ed altre numerose iniziative in programma per la nuova stagione culturale 2020. Grazie!