Edizioni it en

Le vette del Duomo

#IlDuomosiracconta

1G
27 Maggio Mag 2020 1224 27 maggio 2020

Percorrere le Terrazze del Duomo – al pari di curiosi esploratori – può significare imbattersi in scoperte davvero sorprendenti: ad ogni visita il Monumento offre nuovi dettagli di sé.

Lungo il camminamento nord delle Terrazze, quello che affaccia verso la Galleria Vittorio Emanuele II, si trova una statua raffigurante l’allegoria dell’aviazione. È posta su un’andadora, ovvero una di quelle aperture create negli archi rampanti per consentire il passaggio da una campata all’altra. La figura femminile “alata” in marmo di Candoglia – viso tondo e levigato – regge una piccola Madonna con bambino, un probabile rimando all’iconografia della Madonna di Loreto, protettrice degli Aviatori e dell’Aeronautica. La statuetta fu messa in opera nel 1956. Quanto è cambiato da allora il panorama urbano che circonda il Duomo?

Qualcosa è rimasto immutato, la bellezza di osservare Milano dalle Terrazze del Duomo. Lo skyline ha accolto nuovi grattacieli, boschi verticali, la contemporaneità si è mostrata attraverso il linguaggio della verticalità. Non è forse questo uno slancio verticale che rievoca lo spirito che diede avvio alla costruzione delle Cattedrali durante il Medioevo? L’uomo da sempre si misura con ardite altezze, costruisce ponti di pietra per elevarsi, la verticalità diventa espressione di spiritualità.

Torna alla mente il dipinto La città che sale di Umberto Boccioni, che più di un secolo fa impresse su tela una nuova visione: quella futurista, dove soggetto, ambiente ed energia diventano una cosa sola, un turbinio di colori. Paradigmi della modernità. E ora che quel futuro tanto atteso si è compiuto, la città che sale è diventata la nostra Milano. Avvolta da un dirompente dinamismo che ha subito una battuta d’arresto nel tempo della pandemia. E allora nell’immobilità, nella sospensione, cosa è emerso?

Immagini che non dimenticheremo: i droni hanno raccontato una Milano deserta, la città addormentata, il Duomo chiuso e impassibile, la Madonnina ultimo baluardo di speranza, gli spazi urbani come contenitori vuoti. E chissà perché riappaiono nella mente gli scatti di Gabriele Basilico, il suo modo unico di catturare istanti di vita del Duomo, sulla piazza.

Ora che siamo pronti per il tempo della riapertura, cristallizziamo esperienze, facciamo tesoro di quanto abbiamo scoperto. Cosa rimarrà di questo momento?

Sopra tutto, e tra le tante immagini evocative, ricorderemo senz’altro le Frecce Tricolori attraversare il cielo di Milano, un segno di speranza sopra le vertiginose guglie del Duomo. Laddove nascosta nella selva di marmo è custodita una statuetta dedicata agli Aviatori, a protezione di tutti coloro che amano il volo e le sue altezze.