Cappella Musicale del Duomo, il programma per le celebrazioni della Settimana Santa
Un approfondimento a cura del Maestro Direttore
La “Settimana Santa”, propriamente chiamata nella Liturgia Ambrosiana “autentica”, è il “cuore” di tutte le celebrazioni che si svolgono nel corso dell’Anno Liturgico. Storicamente, il meglio della produzione musicale per la liturgia - e anche per situazioni “extralitugiche” - si concentra proprio in questa settimana e in particolare nel Triduo Santo. La profondità dei testi, la rilevanza della situazione esistenziale di Gesù, la sua sofferenza, le sue stesse parole straziate, il suo essere flagellato e incoronato di spine, il suo portare la croce, essere crocifisso e morire… Tutto ciò ha ispirato in ogni momento storico la codificazione di un patrimonio musicale più unico che raro che continua oggi a risuonare come inequivocabile codice di un preciso contesto liturgico-esistenziale.
La Cappella Musicale del Duomo di Milano, la più antica istituzione musicale milanese, attiva ininterrottamente dal 1402, ha raccolto nel tempo un immenso repertorio strettamente connesso con la particolarità della Liturgia Ambrosiana. Ed è proprio a questo prezioso fondo che ogni anno attinge per realizzare con pertinenza il suo primo compito che è la cura, lo studio e la ricerca in relazione alle Celebrazioni Pontificali e Capitolari nel Duomo di Milano nell’orizzonte di quanto oggi la Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II richiede.
Da questo lavoro di ricerca e studio emerge una proposta musicale per la Settimana Santa che cerca di integrare il patrimonio storico-culturale della Chiesa con la necessaria novità che rappresenta l’imprescindibile dialogo con la cultura contemporanea.
Per la Domenica delle Palme (2 aprile, Celebrazione presieduta dall’Arcivescovo), oltre a tutto il Canto Ambrosiano proprio (antifone per la processione, 12 Kyrie e Sallenda, Ingressa, Post Evangelium, Confractorium e Transitorium), degno di nota è il mottetto di Offertorio, Improperium expectavit cor meum di Orlando di Lasso (Sacræ Cantiones, Monaco 1585). La Cappella Musicale, nella formazione dei soli cantori adulti, canterà anche ai solenni vespri alle ore 16.30 dove verrà eseguito il Magnificat Secundi toni (strofe pari) di Giovanni Pierluigi da Palestrina (Magnificat octo tonum, Roma 1591)
La Celebrazione serale del Giovedì Santo (Missa inter Vesperas in Cena Domini) il 6 aprile alle ore 17.30, presieduta dall’Arcivescovo, prevederà un repertorio musicale sostanzialmente in lingua italiana dove è degno di nota il Canto al Vangelo “Siete venuti a prendermi armati di spade” di Luciano Migliavacca. In questo contesto, nella celebrazione, vengono incastonate delle gemme evinte dal patrimonio storico-culturale della Chiesa come il Mottetto di Offertorio, Contumelias et terrores di William Byrd (Manoscritto in Dow Partbooks, 27 [1580]), l’inno “Pange, lingua” alternato tra Canto Ambrosiano e polifonia di nuova fattura per le strofe dispari, e il Mottetto (precisamente il settimo Responsorio del Giovedì Santo) per la processione al termine della Celebrazione, Eram quasi agnus innocens di Tomás Luis de Victoria (Officium Hebdomadæ Sanctæ, Roma 1585).
Per l’azione Liturgica del Venerdì Santo (Feria VI Parasceve, Celebratio Passionis Domini), il 7 aprile alle ore 17.30, presieduta dall’Arcivescovo, degni di nota sono il Mottetto eseguito per processione all’inizio della Celebrazione, Christus factus est pro nobis obediens di Giovanni Matteo Asola (Lamentationes, Improperia et Aliae Sacrae Laudes, Venezia 1588), l’inno “Vexilla Regis” con la IX strofa di Giovanni Pierluigi da Palestrina (Archivio Lateranense, Codice 59, ff. 75v-77), e il celebre responsorio in Canto Ambrosiano “Tenebræ factæ sunt”.
Circa la Veglia Pasquale, sabato 8 aprile alle ore 21.00, presieduta dall’Arcivescovo, è interessante notare la presenza di un ensemble di ottoni che all’Offertorio eseguirà la “Sonata pian et forte” di Giovanni Gabrieli (Sacræ Symphoniæ, Venezia 1597).
La Messa del Giorno della Domenica di Pasqua (9 aprile alle ore 11.00, presieduta dall’Arcivescovo), che prevede la Missa de Angelis al fine di favorire la partecipazione di tutti, anche dei numerosi turisti non italiani presenti (con Gloria e Sanctus alternati tra Canto Gregoriano e polifonia di nuova fattura), vede nuovamente la presenza dell’ensemble di ottoni, e inizierà con un canto processionale il cui ritornello (con solo “alleluia” come testo) è evinto tematicamente dall’Ingressa Ambrosiano della stessa Celebrazione, Resurrexi, e al cui Ingressa conduce naturalmente. All’offertorio la Cappella Musicale canterà l’antifona propria, Angelus Domini di Giovanni Pierluigi da Palestrina (Offertoria totius anni, Venezia 1593). Ovviamente, la Cappella Musicale eseguirà tutto il Canto Ambrosiano proprio della Celebrazione.
La stessa Cappella Musicale, nella formazione dei soli cantori adulti, canterà anche ai solenni Vespri alle ore 16.30 dove verrà eseguito il Magnificat Sexti toni (strofe dispari) di Giovanni Pierluigi da Palestrina (Magnificat octo tonum, Roma 1591)
Come già sopra accennato, alla Veglia Pasquale e alla Domenica di Pasqua troveremo la presenza di un gruppo di ottoni. Tale scelta è il concreto rispondere a quanto la Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II richiede in relazione ad una sana “ministerialità” dove Celebrante, assemblea, coro e strumenti musicali interagiscono come “soggetti celebranti”.
La sfida del Concilio Vaticano II in relazione al grande patrimonio culturale della Chiesa è quella si saperlo ricollocare nella Liturgia di oggi con ‘‘pertinenza celebrativa’’, e cioè con quella caratteristica del segno sonoro che è congeniale a quel preciso rito, non lo usa per affermare sé stessa ma contribuisce alla piena espressione del rito stesso. Questo porta alla imprescindibile necessità del dialogo con la cultura e la modernità. In sostanza, siamo sfidati nell’essere custodi della tradizione ma non come si farebbe in un museo. La “tradizione” va ricollocata “oggi”, resa viva “oggi” all’interno di una Liturgia “viva”, densa di ricordi proprio per vivere con pienezza il momento attuale. L’intelligente dialogo con la modernità dovrebbe allora condurre ad una grande valorizzazione del patrimonio musicale della Chiesa ricompreso con l’intelligenza e la raffinatezza di quanto oggi gli studi scientifici ci hanno comunicato. Occorre doverosamente anche continuare a “scrivere tradizione” con un gesto compositivo denso di quanto oggi la musica ha compreso per dare “oggi” forma sonora alla Parola per interpretarla, spiegarla e comunicarla per il bene e il cammino di fede di ogni persona.
Non solo. Ogni domenica, il Duomo di Milano offre a tutti i fedeli e visitatori provenienti all’estero un nuovo servizio, mediante appositi QR Code predisposti in diversi luoghi della Cattedrale: la possibilità di scaricare sul proprio device un sussidio liturgico in lingua inglese, comprensivo delle Letture domenicali e del Rito della Messa, in formato PDF.
I sussidi in lingua inglese, fruibili anche dal link liturgy.duomomilano.it, sono accompagnati anche da un secondo documento comprensivo di tutte le parti musicali, al fine di favorire una maggiore accessibilità e apertura a quanti, provenienti da tutto il mondo, desiderano vivere il Duomo nella pienezza della sua dimensione culturale e di fede. Invitando tutti a vivere tale dimensione, si ricorda che tutte le celebrazioni capitolari festive sono trasmesse in diretta streaming sul canale YouTube ufficiale del Duomo di Milano Duomo Milano Tv.
Testo a cura di Mons. Massimo Palombella
Maestro Direttore della Cappella Musicale del Duomo di Milano