Il saliscendi del Duomo in primavera
Curiosità d’Archivio
È primavera! Cosa c’è di meglio che salire sulle Terrazze del Duomo per ammirare da vicino le vertiginose guglie e poter ammirare l’orizzonte con il profilo della Città al tramonto, perdendosi tra tetti rossi, campanili e grattacieli finanche alle montagne in lontananza, ancora dalle punte innevate?
Salire sulle Terrazze della Cattedrale non è certo una novità per i turisti e i Milanesi, di fatti fin dall’inizio della sua costruzione, il Duomo– un unicum tra le cattedrali gotiche – fu progettato in modo che i suoi tetti fossero interamente percorribili! Per secoli cittadini e visitatori si sono inerpicati sui 250 gradini per godere delle sue affascinanti architetture, delle decorazioni marmoree che come merletti incorniciano di stupefacente bellezza ogni prospettiva, delle innumerevoli sculture – ben 3400 – e trascorrere piacevoli momenti di benessere immersi nell’eterna bellezza artistica di un monumento secolare.
Nella seconda metà dell’Ottocento, iniziarono a tal proposito ad essere proposti alla Veneranda Fabbrica del Duomo, Ente preposto alla tutela, conservazione e valorizzazione della Cattedrale meneghina, dei progetti per la costruzione di un ascensore.
Il primo progetto per un “saliscendi automotore atmosferico o apparecchio per elevare le persone sul Duomo” risale al 1866 e – come di ogni particolare della storia del Duomo – ne abbiamo puntuale testimonianza in Archivio. A presentare la proposta fu l’ingegner Tommaso Agudio, noto progettista e costruttore di ferrovie e funicolari.
Tra le carte d’Archivio due ritagli de “Il Pungolo”, una delle testate più popolari nella Milano dell’epoca, ci riportano ai sentimenti e alle speranze dei cittadini di allora: “Certo un gran numero di persone profitteranno giornalmente di tale comodo […]. Non bastava infatti accumulare da secoli innumerevoli tesori d’arte sull’alto del Duomo, ma conveniva pure pensare una volta a render agevole il godimento dello spettacolo di tante meraviglie locali e dell’esteso panorama che offre la città e campagne circostante, il quale da niun altro luogo di Milano si può meglio contemplare”.
Il progetto dell’Agudio e alcuni altri dopo il suo furono respinti dalla Fabbrica poiché non erano mai state realizzate soluzioni tecnologiche simili in luoghi di suddetto prestigio ed evidenza. Dunque, non avendo precedenti pratici, un investimento così cospicuo non fu inizialmente avallato. Si dovette attendere fino al 1928 per vedere in essere il primo "saliscendi", e, a distanza di quasi cento anni ancora oggi nessun punto panoramico a Milano può eguagliare la commuovente bellezza del panorama dall’alto delle guglie.