San Nazaro inizia la sua predicazione cristiana alle porte di Milano
Arrigo Minerbi e la prima porta laterale del Duomo
La formella in gesso patinato raffigurante San Nazaro inizia la sua predicazione cristiana alle porte di Milano, oggi custodita nei depositi della Veneranda Fabbrica, fu realizzata nel 1948 dallo scultore Arrigo Minerbi per la prima porta laterale bronzea del Duomo, la prima da sinistra guardando la facciata.
Dopo l’inaugurazione nel 1906 della porta centrale, avente come soggetto Gioie e dolori di Maria Vergine e realizzata da Lodovico Pogliaghi, nel 1935 la Veneranda Fabbrica commissionò infatti l’esecuzione delle quattro laterali agli scultori Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni, Franco Lombardi e Aurelio Mistruzzi. Il ferrarese Minerbi ricevette come tema della sua porta L’Editto costantiniano di pace del 313 d.C.: emanato a Milano dagli imperatori Costantino e Licinio, il provvedimento legittimò il cristianesimo come religione riconosciuta dallo Stato romano, mettendo così fine alle persecuzioni.
Se le porte dei colleghi Castiglioni e Lombardi furono terminate nel 1950 e quella di Mistruzzi rimase incompiuta perché non incontrò il favore della Fabbrica, l’opera di Minerbi fu inaugurata il 5 giugno 1948 nonostante le difficoltà incontrate dall’artista, che in quanto ebreo aveva dovuto lasciare Milano a causa delle persecuzioni razziali. Due fotografie provenienti dall’Archivio della Fabbrica mostrano la porta prima della sua collocazione sulla facciata del Duomo, con i due battenti in bronzo montati presso la fonderia.
San Nazaro, la testimonianza di fede e il martirio
Come si può osservare, nella quasi totalità delle formelle ciascuna di esse è suddivisa in due scomparti: quello principale ospita lo sviluppo di un episodio, mentre il secondario contiene la scena del martirio di un santo. Tale espediente compositivo permette all’artista di ottenere una partitura architettonica ben definita, nella quale se il primo livello a partire dal basso funge da zoccolo e l’ultimo da architrave, le formelle centrali svolgono un ruolo scultoreo, in un ritmo pausato dalle cesure orizzontali delle iscrizioni latine e dalle modanature verticali.
In particolare, Il modello in gesso al vero che ha come soggetto San Nazaro inizia la sua predicazione cristiana alle porte di Milano, è racchiuso su tre lati da una cornice e su quello inferiore da una banda con l’iscrizione “NON LICET ESSE CRISTIANOS” (“Non è consentito essere cristiani”).
Nello scomparto di sinistra san Nazaro è colto nell’atto di raccontare una parabola del Vangelo a un contadino pagano e a sua moglie, che gli siede accanto con il figlioletto in braccio. Alle spalle del santo si trova un altro contadino di profilo, intento a trasportare un sacco di sementi in spalla.
I due nuclei di personaggi sono inframmezzati da un bue, mentre sullo sfondo si intravede la capanna della famiglia agreste fra gli alberi. Il secondo scomparto mostra invece il corpo esangue di san Nazaro ai piedi del carnefice, stante davanti a un tronco spoglio. Alla destra dell’osservatore compare l’iscrizione “NAZARIUS” in verticale.
Per quanto riguarda il versante stilistico, gli studiosi hanno evidenziato il ricorso di Minerbi alla tradizione quattrocentesca, al realismo e alla verità descrittiva della scultura di Donatello e della pittura di Masaccio, con un linguaggio di forte sintesi disegnativa e volumetrica, centrato sulla compiutezza e sulla solidità della forma, nella ricerca di una forte connotazione espressiva dei gesti e delle fisionomie.
La narrazione è scandita dai gesti fortemente espressivi, dominati da una gravità e da una pacatezza classica: si osservi come l’autore, nel raffigurare san Nazaro in atto di predicare, riesca a definire una posa di grande evidenza psicologica, che diviene il nucleo narrativo e concettuale dell’intera formella. Tutto è sospeso attorno al predicatore e, anche nel riquadro minore, Minerbi riesce a raggiungere una forte incisività: piuttosto che dal cruento atto del martirio, l’attenzione di chi guarda è catturata dal carnefice in meditazione, sbalzato in volumi netti e decisi che contrastano con la delicata modellazione del corpo di san Nazaro.
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Si ringrazia Mauro Ranzani per la foto della porta Minerbi