I restauri del Grande Organo
Il Grande Organo del Duomo è ad oggi uno dei cantieri aperti più impegnativi, inserendosi nel grande mosaico di interventi sull’apparato artistico e architettonico della Cattedrale. Rappresenta un vero e proprio patrimonio di arte e meccanica ed è il simbolo della secolare tradizione musicale della Cattedrale, che accompagna le celebrazioni liturgiche e talvolta gli eventi musicali sin dai suoi primi utilizzi.
L’organo del Duomo di Milano, la cui storia ha inizio nel lontano 1394, è ad oggi il più grande organo moderno esistente in Italia e mantiene saldamente il secondo posto a livello europeo per ciò che concerne il numero di canne e di registri, risultando inoltre iscritto nell’albo d’oro dei quindici organi più grandi del mondo. 15.800 canne, 5 corpi d’organo, 5 consolles: se il dato numerico già di per sé è impressionante, ancora più prezioso è il dato artistico. Gli sportelli, o ante, di ciascun lato dei due monumentali corpi d’organo sono costituiti da sedici grandi tele raffiguranti episodi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento realizzate tra il XVI ed il XVII secolo per mano di noti artisti del tempo quali – tra gli altri- Giuseppe Meda e Camillo Procaccini.
L’adesione al progetto è rivolta principalmente alle aziende e persone giuridiche che vogliono continuare a scrivere la grande melodia del Duomo ridando voce a questo straordinario strumento.
Al termine dei lavori di restauro, una targa metallica con inciso il nome dell’azienda verrà posta all’interno della struttura lignea dell’organo, dando così testimonianza del grande impegno del Donatore nei confronti di questo imponente Cantiere.
Il piano dei lavori
L’efficienza dello strumento e l’integrità del suo apparato decorativo sono attualmente pregiudicate in modo serio. Il suo funzionamento è minacciato da diversi fattori di degrado, come il deterioramento naturale dei materiali vivi di cui è costituito – legno e pellame – e i depositi di particolato atmosferico sul materiale fonico, le canne, ai quali si aggiungono i fenomeni di naturale usura e ossidazione delle componenti elettromeccaniche. Anche lo stato attuale dello strato pittorico degli antoni non consente più la loro corretta lettura, versando infatti in discrete condizioni conservative.
I lavori di restauro sono stati pianificati affinché venga coperto un arco temporale utile a garantire tutti gli interventi sulle diverse componenti, senza mai pregiudicare il funzionamento dell’Organo, e parallelamente per ridare voce a questo straordinario strumento.
Ufficio Donazioni
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