Scultura

Profeta

di Scultore tedesco dell’Apostolo del pilone 75

Cronologia: Ultimo decennio del XIV-primo decennio del XV secolo

Misure cm: 56 × 19 × 19

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST65

Raffigurante un “Profeta”, la scultura in marmo di Candoglia è databile fra l’ultimo decennio del Trecento e il primo del secolo successivo. Proveniente dal capitello di un pilone del Duomo, si trova oggi esposta in Museo presso la sala n. 6, dedicata appunto alle statuette dei capitelli dei piloni.

Il “Profeta” appare avvolto sino ai piedi in un ampio manto, ed è intento a srotolare davanti al petto un cartiglio. Quest’ultimo risulta mutilo della porzione terminale, così come manca anche la mano destra della figura.

Il volto, incorniciato da barba e capelli fluenti, si caratterizza per le arcate sopraccigliari ampie, stilizzate, gli occhi allungati schiusi in una leggera fessura, gli zigomi sporgenti e il naso affilato.

Secondo gli studiosi, l’opera è indicativa di un cambiamento che avviene nel cantiere scultoreo del Duomo in seguito all’arrivo a Milano, nell’ultimo decennio del Trecento, dei tedeschi Heinrich Parler e di Ulrich von Eisingen: esso determina un linguaggio progressivamente più morbido, dai panneggi semplificati e dalle figure più allungate, omogeneo a quello di altre cattedrali europee.

Per quanto riguarda l’autore del “Profeta”, studi recenti lo identificano con l’ignoto scultore tedesco che, fra Trecento e Quattrocento, realizza per il Duomo un “Apostolo” attualmente situato sul capitello di un pilone dell’area presbiteriale (il numero 75). Opera di spicco all’interno della statuaria maggiore del Duomo, l'”Apostolo” condivide con il “Profeta” l’andamento flessuoso e aderente del panneggio, la stilizzazione idealizzata dei caratteri fisiognomici (in particolare l’andamento delle chiome) e la sostenuta eleganza formale.