Raffigurante la “Fortezza” e databile ai primi decenni del Cinquecento, la scultura in marmo di Candoglia proviene da un finestrone del tiburio del Duomo, da dove fu rimossa negli anni Sessanta per entrare in Museo nel 1973. Qui è oggi esposta nella sala dedicata al classicismo lombardo (n. 8).
La Fortezza, nella teologia cattolica una delle quattro Virtù cardinali insieme a Giustizia, Prudenza e Temperanza, è rappresentata come una donna imponente dallo sguardo assorto e ribassato, rivolto verso la sua destra.
Stante su un basamento poligonale e abbigliata con una tunica e un manto dai panneggi avvolgenti, la figura regge nella mano sinistra una torre e nella destra un oggetto lacunoso non identificato.
Ricondotta dagli studiosi a un ignoto scultore lombardo attivo per la Cattedrale nei primi decenni del Cinquecento, sul piano stilistico la “Fortezza” è espressione di un linguaggio classicheggiante, introdotto in Duomo da scultori come Benedetto Briosco, Cristoforo Solari e Andrea Fusina.