Situata originariamente su un contrafforte tra l’abside e la sacrestia meridionale del Duomo, questa scultura in marmo di Candoglia è un doccione (o gargoyle), cioè un elemento funzionale per la raccolta e lo scarico delle acque piovane tipico dell’architettura gotica.
I 150 doccioni della Cattedrale, collocati all’estremità degli archi rampanti, sugli angoli delle guglie e dei contrafforti e lungo i parapetti, hanno forme molteplici: se fra Trecento e Quattrocento prevalgono animali reali o fantastici, demoni ecc., successivamente compaiono anche figure umane e angeliche che rivelano una sensibilità artistica più ricercata.
Oltre alla loro funzione materiale, alcuni studi hanno attribuito ai doccioni la capacità simbolica di guardiani, che proteggono il Duomo dall’esterno allontanando gli spiriti maligni.
Realizzato all’inizio del Quattrocento, il doccione in questione è oggi custodito presso il Museo nella sala n. 5, dedicata a queste opere: esso rappresenta un fanciullo ignudo con le gambe piegate all’altezza delle ginocchia e il busto parallelo al canale di scolmo dell’acqua, che egli sorregge tra le braccia. La parte posteriore del canale è decorata da un motivo vegetale, mentre i piedi del fanciullo poggiano su una porzione della muratura che in origine collegava il doccione alla Cattedrale.
Dal punto di vista stilistico, nei limiti consentiti dalla possibilità di lettura dell’opera a seguito del suo degrado, gli studiosi ipotizzano di attribuire il doccione ad Alberto da Campione: appartenente a un gruppo di scultori, architetti e lapicidi originari delle zone di Campione, Lugano e dei laghi lombardi, attivi tra il XII e il XIV secolo in vari centri dell’Italia settentrionale, Antonio eseguì per la Cattedrale varie opere, che come quelle degli altri maestri campionesi rivelano complessi rapporti con l’arte provenzale e con Benedetto Antelami, autore del Battistero di Parma (1196-1216).
Si veda per esempio la scultura dell'”Arcangelo Gabriele” posta al centro del finestrone absidale del Duomo, risalente al 1404; all’anno precedente daterebbe invece il doccione, caratterizzato dalla disinvolta articolazione della figura nello spazio, con il modellato del corpo a piani paralleli e le membra allungate.