Questa particolare doppia coppa, o “doppelpokal”, è un manufatto in argento originariamente del tutto dorato, formato da due tazze da porsi una sull’altra in modo che quella superiore rovesciata costituisca il coperchio di quella inferiore. Esso si trova oggi esposto in Museo all’interno di una delle sale dedicate al Tesoro del Duomo (n. 2).
Eseguita nel sesto decennio del Cinquecento circa dall’orafo Kaspar Bauch il Vecchio, attivo a Norimberga, l’opera apparteneva infatti al gruppo di oggetti preziosi donati nel 1565 da papa Pio IV al nipote Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano che a sua volta li offrì al Tesoro della Cattedrale.
Prima di entrare in Museo nel 2013, la doppia coppa è stata utilizzata fino agli anni Settanta del Novecento per la raccolta delle offerte da parte dei “Vecchioni”, cioè i membri della Scuola di Sant’Ambrogio, antica istituzione ecclesiastica operante in Cattedrale dall’879 al 1980.
Composte ciascuna da sei parti, le due tazze della doppia coppa presentano un piede circolare con motivi vegetali stilizzati incisi, accompagnati da baccellature: l’alto fusto è distinto da tre nodi, uno a vaso con scudi e teste di cherubino e due a rocchetto, impreziositi da tre sostegni a tutto tondo in forma di delfino (nodo basso) e di drago (nodo alto).
La tazza, a due ciotole sovrapposte (una piccola e una grande), entrambe con ovoli rilevati, presenta una strozzatura centrale con una scena di caccia al cinghiale; la parte superiore è invece ornata da tre medaglioni realizzati a getto e saldati, con la raffigurazione di tre putti reggenti offerte, alternati ad altri tre medaglioni cesellati e a sei lisci. Al di sopra, una bordatura a fascia con motivi a fogliami incisi conclude la tazza.
Per quanto riguarda lo stile, il “doppelpokal” del Duomo appare un prodotto ibrido, essendo il lessico del sostegno diverso da quello del piede e della tazza: infatti, se il fusto con nodo a vaso che introduce la sezione costituita dai due rocchetti ornati da delfini è in sintonia con la cultura rinascimentale italiana, le tazze schiacciate, a grosse e rilevate baccellature, con la lavorazione a sbalzo risolta attraverso uno straordinario virtuosismo, sono tipiche delle botteghe di Norimberga (così come il piede).
Una dissonanza che denuncia il ricorso ai fogli per vasellame eseguiti da Virgilis Solis (1514-1562), pittore e incisore attivo a Norimberga, anche autore di vasi in stile convenzionale rinascimentale, nei quali la moda dell’ornato “all’antica”, con inclusione di mascheroni, divinità, fregi e rosoni, risulta trasportata su oggetti che tradiscono il gusto tedesco.
In origine la doppia coppa era abbinata a una vaschetta per l’acqua santa, attualmente custodita in Duomo.