Risplendente d’oro e del blu intenso del lapislazzuli che costituiscono i suoi materiali principali, la pace di Pio IV è un raffinato oggetto liturgico appartenente al Tesoro del Duomo, esposto in Museo dal 2013 all’interno di una delle sale dedicate appunto al Tesoro (n. 2).
Realizzata a Milano fra 1560 e 1565, la pace fu donata da papa Pio IV al nipote Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano che a sua volta la offrì alla Cattedrale insieme ad altri manufatti preziosi.
Utilizzato in origine durante la messa per accogliere il bacio di pace di celebrante, altri officianti e fedeli, l’oggetto ha una sagoma a edicola: la parte inferiore del pannello centrale ospita un rilievo con la “Deposizione di Cristo” nel sepolcro, ornato al centro da un cammeo raffigurante Giona che emerge dalle fauci del mostro marino (simbolo della Resurrezione).
Sopra la “Deposizione”, al centro, contro lo sfondo d’agata si staglia la croce, i cui bracci risultano scanditi da tredici diamanti sfaccettati; il tutto è incorniciato da listelli con sovrapposta una griglia a racemi fioriti, che si ripresenta dietro le due colonnette lisce laterali.
Queste ultime, erette su plinti decorati da due cammei con i profili della Vergine e di san Giovanni evangelista e dotate di capitelli corinzi, sorreggono la trabeazione, recante due motivi a punte di diamante e, sui lati, due angioletti a tutto tondo.
Il frontone a lunetta, con lastra d’agata sottostante, presenta due ghiere impreziosite da racemi a giorno e un intradosso con sette rosette d’oro e rubini, intercalate da otto coppie di piccoli diamanti: al centro è inserita una nuvola raggiata con angioletti che reggono gli strumenti della Passione, sovrastati dallo stemma papale di Pio IV.
Sull’estradosso sono posizionati due angeli coricati affiancanti un mezzo busto di Dio Padre, sorretto a sua volta da teste di cherubini incise in granati ovali con ali d’oro.
Il basamento della pace, dotato di cinque piedini sferici con racemi in smalto blu, ha il piano di posa niellato a rosoni, mentre il fronte è decorato da cinque rosette in smalto rosso-arancione. Infine, oltre a presentare racemi incisi stilizzati e il profilo di una croce latina (al centro), la lastra di chiusura sul retro reca il manico a “esse” del manufatto.
L’elevata qualità della pace ha indotto i primi esperti che se ne sono occupati ad attribuirla ad artisti quali Benvenuto Cellini o Caradosso Foppa; studi più recenti la riconducono invece a Leone Leoni, scultore, orafo e medaglista già autore per Pio IV del mausoleo dedicato in Duomo al fratello Gian Giacomo Medici, detto il Medeghino (1560-1565 circa).
Dal punto di vista stilistico, gli studiosi hanno sottolineato la concezione di architettura ornata e scolpita della pace, fortemente lombarda, e il vivace plasticismo dei rilievi, evidente soprattutto nei panneggi movimentati delle figure che compongono la “Deposizione”. Inoltre, la policromia dei materiali lapidei è stata paragonata all’impiego di marmi variegati per l’altare del Duomo commissionato da Pio IV a Pirro Ligorio sempre in memoria del fratello Gian Giacomo.