Raffigurante un “Profeta”, la scultura in marmo di Candoglia è databile al primo decennio del Quattrocento. Proveniente dal capitello di un pilone nel braccio sinistro del capocroce del Duomo, si trova oggi esposta in Museo presso la sala n. 6, dedicata appunto alle statuette dei capitelli dei piloni.
Il personaggio, caratterizzato da un cartiglio completamente srotolato che trattiene con entrambe le mani, ha la testa ruotata alla sua destra rispetto al corpo e un viso fortemente allungato, con arcate sopraccigliari nette e rilevate, naso sporgente e squadrato, zigomi pronunciati e occhi stretti, dove le iridi e le pupille sono dipinte di nero.
Incorniciano il viso una folta barba, scandita da riccioli ben definiti, e lunghi capelli ondulati ricadenti sulla schiena.
Il profeta è avvolto in un ampio manto e indossa una veste che scende fino alla base, dove la stoffa sovrabbondante si adagia ripiegandosi.
Per quanto riguarda l’autore, gli studiosi hanno attribuito il “Profeta” e altre due statuette di medesimo soggetto, anch’esse esposte in Museo, a uno scultore denominato “Maestro delle statuette D”: una personalità artistica operante presso il cantiere del Duomo con uno spiccato piglio nordico, che nelle sue opere sviluppa peculiarmente l’asimmetria dinamica delle pose.