Scultura

Profeta con cappuccio

di Scultore fiammingo

Cronologia: Primo decennio del XV secolo

Misure cm: 83 × 32 × 17

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST101

Raffigurante un “Profeta con cappuccio”, la scultura in marmo di Candoglia è databile al primo decennio del Quattrocento. Proveniente dal capitello di un pilone nel braccio sinistro del capocroce del Duomo, si trova oggi esposta in Museo presso la sala n. 6, dedicata appunto alle statuette dei capitelli dei piloni.

Il personaggio, caratterizzato da un leggero anchement (ancheggiamento), indossa una veste che
ricade morbida, scoprendo le punte dei piedi sotto il profilo sinuoso dell’orlo. L’abito è coperto da un ampio manto, che disegna abbondanti pieghe a “U” sul davanti e arrotondate sul fondo, facendo emergere solo la mano destra, dalle dita quasi del tutto fratturate, mentre la sinistra è interamente velata, a eccezione del pollice.

Il capo, reclinato verso la destra di chi guarda e coperto da un cappuccio con corto becchetto, è incorniciato da lunghi capelli ondulati e barba appuntita, che lascia appena intravedere il viso dai lineamenti fini: quest’ultimo è contraddistinto da un’eleganza astratta, con gli occhi schiusi sotto le palpebre gonfie, il naso allungato e la bocca minuta.

Per quanto riguarda il versante stilistico, gli studiosi collegano il “Profeta” ad altre tre statuette di stesso soggetto, provenienti dal medesimo capitello di pilone e anch’esse esposte in Museo: un “Profeta con libro chiuso”, un “Profeta” e un “Profeta con libro aperto”. Le quattro opere sarebbero riconducibili a un artista fiammingo attivo presso il cantiere del Duomo e influenzato da André Beauneveu, scultore, pittore e miniatore francese i cui “Profeti” realizzati per l’interno della Sainte-Chapelle di Bourges (oggi al Musée du Berry, Bourges) presentano affinità stringenti con le quattro statuette della Cattedrale milanese.