Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1857, l’opera raffigura “Santa Cunegonda regina”: incoronata nel 1014 imperatrice del Sacro Romano Impero, insieme al marito sant’Enrico si adoperò per rinnovare la vita della Chiesa in tutta Europa, istituendo sedi episcopali e monasteri.
La santa è rappresentata come una sovrana dall’espressione intensa e dai lunghi capelli, impreziositi sulla sommità del capo da una corona.
Abbigliata con una veste decorata da un crocifisso e un manto ricamato dagli ampi panneggi, la figura reca nella mano destra un libro tenuto aperto con l’indice, mentre con la sinistra cinge l’avambraccio destro.
Le lunghe vesti scendono a coprire parzialmente i piedi, che poggiano su un basamento poligonale con inscritto il nome della santa.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata a una finestra del tiburio del Duomo, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi ad Abbondio Sangiorgio. Milanese, dopo la formazione presso l’Accademia di Brera, nel 1825 egli ricevette l’importante commissione per la sestiga scultorea a coronamento dell’Arco della Pace. Fuso in bronzo nel 1831, il gruppo rappresenta la dea della Pace su un carro trainato da sei destrieri ed è tuttora visibile.
Artista prediletto dall’aristocrazia e dall’alta borghesia di Milano, Sangiorgio lavorò per la Cattedrale dal 1823 al 1865, realizzando opere destinate sia all’arredo scultoreo del Duomo sia agli edifici attigui, come per esempio la statua della “Notte” per la decorazione dell’orologio del palazzo della Veneranda Fabbrica.
Fra le sue sculture più note per la Cattedrale spicca quella raffigurante “San Napoleone” (1860), collocata presso uno dei finestroni del fianco meridionale. Il relativo modello in gesso, risalente al 1858, può essere ammirato in Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17).