La Madonna dell’Idea

La Madonna dell’Idea

Una preziosa immagine di arte e fede

La Madonna dell’Idea è un dipinto a tempera su tavola custodito nella seconda sala del Museo, ospitante parte delle suppellettili e dei paramenti sacri che costituiscono il Tesoro del Duomo (V-XVII secolo circa), di proprietà del Capitolo Metropolitano.

Il dipinto, in forma di piccola ancona cuspidata e racchiuso da una cornice dorata, fu realizzato intorno al 1429 su commissione della Veneranda Fabbrica da Michelino da Besozzo, pittore e miniatore protagonista del tardogotico lombardo, con la collaborazione del figlio Leonardo e della sua bottega.

Sul lato anteriore la tavola raffigura la Madonna in trono con il Bambino e tre angeli, reggenti un velario sullo sfondo; quello posteriore rappresenta invece la Presentazione al tempio, ambientata in un edificio tripartito che, sui due lati in alto, si apre a mostrare un giardino con architetture, concluso da un pergolato.

Nella scena, oltre alla Madonna che porge il Bambino a san Simeone, in posizione centrale, compaiono altri tre personaggi: a sinistra san Giuseppe e un servitore del tempio, recanti i colombi e un agnello da sacrificare per il rito della Purificazione della Vergine, mentre a destra la santa e profetessa Anna, con un cartiglio nella mano sinistra, che annuncia la redenzione di Israele tramite Gesù. Entrambe le scene sono caratterizzate da sfondi dorati.

La processione della Candelora e gli antelli di Michelino da Besozzo

Opera estremamente raffinata e di elevata qualità, come testimoniano la delicatezza di tratto e colori e lo splendore della foglia d’oro, oltre a essere un capolavoro d’arte la Madonna dell’Idea riveste anche un importante valore devozionale: ogni 2 febbraio, in occasione della festa liturgica della Presentazione al tempio, nota come Candelora per la rituale benedizione delle candele, il dipinto è oggetto di una solenne processione in Cattedrale, durante cui sulla sua sommità viene posto un grosso cero. Questa tradizione riprende l’antichissimo uso di ornare la croce o le immagini sacre con candele accese, come quelle distribuite ai fedeli per portarle nelle loro case a simboleggiare la protezione provvidente di Dio e l’affetto materno della Vergine Maria. Il particolare nome della tavola eseguita da Michelino da Besozzo, testimoniato da documenti d’archivio, potrebbe riferirsi all’origine pagana della Candelora, cristianizzazione di un rito legato al culto della dea Cibele, madre degli dèi (Magna Mater Deum Idea), o all’origine greca della parola “idea” come “immagine”.

 

Oltre alla Madonna dell’idea, Michelino da Besozzo fu attivo per il Duomo in vari altri progetti: fra essi spicca la creazione di cartoni preparatori per antelli di vetrata raffiguranti Profeti, realizzati nel 1430 circa dai maestri stranieri Cornelio e Arnoldo “de Alemagna” e Bartolomeo e Guglielmo di Francia. Oggi collocati nella vetrata illustrante la vita di san Martino di Tours, nel transetto meridionale, gli antelli furono concepiti in origine per una di due vetrate perdute, dedicate rispettivamente a santa Giulitta e san Giorgio. Quattro di essi (Re Salomone, Profeta con cartiglio, Profeta barbato e Re Davide) sono esposti fino al 16 marzo 2025 alla mostra Il genio di Milano. Crocevia delle arti dalla Fabbrica del Duomo al Novecento, presso la sede milanese di Gallerie d’Italia. 

 

Si ringrazia Mauro Ranzani per le foto degli antelli.