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La testimonianza di un’antica tradizione milanese: il meccanismo della “Nivola”

Un congegno elaborato con san Carlo Borromeo per celebrare ogni anno da mezzo millennio la Reliquia del Santo Chiodo in Duomo

Nivola Duomo Di Milano
27 Febbraio Feb 2019 1056 27 febbraio 2019

Entrando all’interno del Duomo di Milano lungo il corso dell’anno e volgendo lo sguardo in alto nella prima campata destra della Cattedrale, non si può fare a meno di notare una tela di juta appesa sul soffitto e chiedersi quali enigmi essa avvolga. Quel “sacco” porta con sé un’antica memoria, viva e chiara ad ogni milanese che ha contribuito nei secoli a incidere nel marmo la storia del popolo meneghino e che oggi l’Archivio della Veneranda Fabbrica testimonia e raccoglie come un Diario della città dal 1387 all’interno dei suoi spazi rinnovati e restaurati. La Fototeca conserva oltre 40000 fototipi inerenti non soltanto la Cattedrale e degli interventi che l’hanno interessata nel tempo, ma anche le iniziative religiose e culturali che hanno coinvolto i milanesi. In queste foto è immortalato anche il rito della “Nivola”, protetta durante il corso dell’anno sotto un telo di juta appeso in alto, sulle volte del Duomo.

Il caratteristico ascensore con il quale si può raggiungere il tabernacolo del Santo Chiodo, è il cimelio più noto tra quelli di culto legati a questa Reliquia. Per il suo peculiare aspetto, oltre che per il suo leggero movimento, assai simile all’incenso che sale nell’aria, fu battezzata “nube”, o più comunemente “nivola”, termine mutuato dal dialetto e consacrato per l’uso.

La Nivola era mossa in origine da un congegno di funi e carrucole azionate da un duplice argano posto in una cella situata alla sommità della volta absidale, dietro il tabernacolo del Santo Chiodo. Tale congegno era attribuito a Leonardo da Vinci (che pure collaborò con la Veneranda Fabbrica del Duomo in occasione della costruzione del tiburio della Cattedrale), ma pare che la costruzione risalga in verità a san Carlo Borromeo. Infatti, secondo le fonti, fu proprio egli a far calare la Reliquia, esporla alla venerazione dei fedeli e portarla per la prima volta in processione.

Nei decreti emanati dopo una Sua visita pastorale in Duomo, nel febbraio 1577, immediatamente prima dell’inaugurazione della processione annuale del 3 maggio, san Carlo ordinò di costruire una macchina per portare in basso il Santo Chiodo, secondo i disegni “di un suo architetto”. Un’antica descrizione della Nivola è contenuta nel diario del cerimoniere del 1583-84.

Nel suo assetto attuale, la Nivola è di forma circa ellissoidale, rivestita all’esterno di tela e interamente dipinta a olio con figure di angeli in volo tra nubi e cielo. All’inizio del Settecento venne decorata con quattro statue lignee, anch’esse raffiguranti angeli. I dipinti risalgono al 1612, quando anche gli Annali della Veneranda Fabbrica del Duomo (scaricabili in PDF e disponibili online in alta risoluzione al seguente link) parlano di accordi presi “con Paolo Camillo Landriani, detto il Duchino, per la dovuta mercede della nube da lui fatta, nella quale si ascende a prendere il S. Chiodo”; e di pagare “L. 500 all’intagliatore Gio. Battista Agnesi per mercede di quattro angioli da esso formati per la nuvola”.

La Nivola è lunga 3 metri e larga 2,5 metri, pesa circa 8 quintali ed all’interno sono posti due sedili frontali per un massimo di 4 persone.

È stata restaurata a più riprese: nel 1648 un guasto all’impianto dell’elevatore causò l’arresto temporaneo della Nivola in alto mentre l’Arcivescovo Cardinale Cesare Monti si recava a prelevare il Santo Chiodo e successivamente la caduta della Nivola il 18 maggio. Nel 1795 venne quindi nuovamente dipinta da Luigi Schiepati. Nel 1968, il meccanismo di trazione fu modificato e modernizzato: ai due argani a trazione umana (otto uomini per argano, opportunamente sincronizzati), venne sostituito il sistema di alimentazione elettrica.

Attualmente, il rito si tiene il sabato che precede il 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce e la Nivola viene preparata qualche giorno prima del rito nella Cappella Feriale. In quei giorni i fedeli hanno l’opportunità di guardarla da vicino, seguendo i lavori di approntamento: collaudo e verifiche, curati dai tecnici della Veneranda Fabbrica del Duomo.