Le ante del Grande Organo del Duomo
Alla scoperta di uno straordinario patrimonio di arte e di fede
Entrando in Duomo, una volta arrivati di fronte all’Altar Maggiore, non si può fare a meno di notare le grandi ante che fanno da cornice ai cinque corpi d’organo che costituiscono il maestoso strumento musicale , primo d’Italia per estensione e tra i più imponenti del mondo, costituito da quasi 16.000 canne. Uno strumento che sbalordisce fedeli e visitatori per la sua intensità e per la sua grandiosità, che ne fa il principe delle celebrazioni in Cattedrale, protagonista del Mese della Musica che si tiene in Duomo ogni anno nel mese di ottobre.
Il primo progetto di decorazione delle ante, raffiguranti scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, fu fortemente voluto da san Carlo Borromeo e fu avviato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo nel 1559, per il quale furono chiamati artisti che godevano di grande fama all’epoca. Tra di loro spiccano i nomi di Bernardino Campi e del suo apprendista Giuseppe Meda, Camillo Procaccini, Aurelio Luini e Simone Peterzano.
Nel 1565, Giuseppe Meda realizzò La Natività e Assunzione della Vergine, il Trasporto dell’Arca Santa e Davide che suona l’arpa. Nel 1590 fu avviato un concorso che fu vinto dal pittore milanese Ambrogio Figino, il quale realizzò, tra il 1590 e il 1595, le tele del Passaggio del Mar Rosso, la Natività di Gesù e l’Ascensione. Purtroppo, l’Ascensione e la parte sinistra del Passaggio del Mar Rosso andarono perdute durante la Seconda Guerra Mondiale.
Sul finire del Cinquecento, furono chiamati altri artisti nella realizzazione dell’ambiziosa opera decorativa dell’organo. Camillo Procaccini, definito dal Vasari uno dei più grandi pittori attivi a Milano alla fine del sedicesimo secolo, fu uno di loro. È a lui che fu affidata la realizzazione di alcune delle ante più suggestive raffiguranti scene del Nuovo Testamento tra il 1592 e il 1599. Le prime tele realizzate dall’artista si trovano nella parte meridionale del Grande Organo e furono commissionate da san Carlo Borromeo; in particolare il Trionfo di Davide, la Resurrezione e la Trasfigurazione. Le tele situate sul lato settentrionale sono leggermente più tarde e furono commissionate all’artista dall’Arcivescovo Federico Borromeo. Ritraggono l’Annunciazione, la Visitazione e l’Ira di Saul placata col suono dell’Arpa.
I disegni preparatori del Procaccini, precedenti l’esecuzione delle tele, sono tutt’ora conservati presso i musei e le collezioni tra i più importanti al mondo, come il British Museum di Londra, il Louvre di Parigi, la Christ Church Library di Oxford, l’Ambrosiana di Milano e le collezioni reali di Windsor.
Questo grande patrimonio di fede e di arte suscita profonda emozione in tutti coloro che da secoli entrano in Duomo.
Oggi le maestose ante non vengono più chiuse per evitare il rischio di danneggiare i preziosi e antichi dipinti raffigurati su di esse, restando solennemente aperte e incorniciando l’antico e prezioso Organo, le cui vibrazioni si fondono con quelle della Cattedrale, scrigno di energie e di preghiere che da secoli si intrecciano nell’armonia della fede.