Quell’industria in una vetrata del Duomo di Milano
Curiosità dalla “Vetrata dei Cardinali” di János Hajnal
Quella vetraria è un’arte che cammina di pari passo con la storia del Duomo nei secoli. Da oltre mezzo millennio, infatti, la Cattedrale è rischiarata dalla luce solare che filtra dalle sue vetrate, regalando emozioni a tutti coloro che vi entrano. È un fascino misterioso ed illuminante quello che scaturisce da questa forma d’arte, viva in Duomo già fin dagli inizi del ‘400.
Non tutti sanno che la più recente vetrata del Duomo è stata realizzata nell’ultimo quarto del XX secolo e precisamente nel 1988, ad oltre cinquecento anni di distanza dalle più antiche della Cattedrale. Fu voluta dalla Veneranda Fabbrica del Duomo per onorare due grandi figure di pastori della Chiesa milanese recentemente beatificati: il cardinale Andrea Carlo Ferrari (arcivescovo di Milano dal 1894 al 1921) ed il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster (arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954). Offerta al Duomo dal Credito Commerciale, la vetrata è opera di János Hajnal (1913-2010).
La vetrata, detta appunta “dei Cardinali”, estesa per 25 m² e alta 18 metri circa, collocata nella navata estrema destra, presenta un cromatismo vivace, alternando il modulo quattrocentesco delle “storiette” a quello monumentale cinquecentesco.
Colpisce l’antello raffigurante l’allegoria del lavoro, dove, alle spalle dell’uomo inginocchiato in preghiera, sono presenti gli elementi tipici di una città industriale del ‘900, tra cui il profilo di una fabbrica e di una ciminiera.
Hajnal, artista e illustratore ungherese naturalizzato italiano, considerato uno dei maggiori autori contemporanei di vetrate istoriate e mosaici, aveva già collaborato con la Fabbrica negli anni ’50. Sue sono peraltro le grandi vetrate ovali che danno luce all'interno dell'Aula Paolo VI, in Vaticano, detta anche Aula Nervi dal nome del progettista Pier Luigi Nervi, o Salone delle Udienze.