Un autografo di Bernini tra le carte dell’Archivio
Il dibattito per la nuova facciata
Nella storia del Duomo di Milano il XVII secolo fu segnato dal dibattito sul tema della facciata. Dopo oltre due secoli dall’inizio della costruzione, infatti, il Duomo si presentava ancora come un complesso e intricato cantiere: la costruzione delle navate procedeva verso la conclusione, ma restava ancora, tra la terza e la quarta campata, la facciata dell’antica Basilica di Santa Maria Maggiore, ormai incorporata nello sviluppo longitudinale della nuova cattedrale, che sarebbe stata demolita solo nel 1683.
Tutt’altro che secondario, dopo secoli di confronti su piloni, vetrate, capitelli, tiburio e volte, si imponeva ora il problema di quale volto, ovvero quale facciata dare al Duomo. Nel volume di F. Repishti - R. Schofield Architettura e Controriforma : i dibattiti per la facciata del Duomo di Milano 1582-1682 (Milano 2003) è ripercorsa nel dettaglio la storia di questo momento cruciale e sono pubblicati i 37 importanti e articolati contributi che architetti e periti presentarono a favore ora di una ora di un’altra soluzione. Tra coloro che furono interpellati per esprimere un giudizio circa i progetti presentati figura anche Gian Lorenzo Bernini, di cui l’Archivio conserva una relazione autografa del 1652 (AS cart. 146, fasc. 17bis, n.10) e una a stampa datata 1656. Si tratta di due testi molto differenti, entrambi indirizzati al card. Trivulzio, interlocutore della Veneranda Fabbrica per questa delicata corrispondenza. I progetti sottoposti al giudizio del Bernini furono quello di Carlo Buzzi e quello di Francesco Castelli.
Nel testo autografo il giudizio del Bernini si risolse in un parere positivo sulla proposta del Castelli, con una proposta: E perché la facciata del signor Castelli mi piace assaissimo, contendendo ella in sé quelle maniere di architettura le quali al già fatto possono accoppiare nuova ricchezza e nobiltà, giudicherei (quando così mi si permetta) che prima di terminare un’opera di tanta fama e importanza, il signora Castelli si compiacesse di fare un altro disegno aggiungendovi li campanili […] perché allora crederei che quel tutto mostrerebbe la sudetta maggior magnificenza.
Qualche anno più tardi, lo stesso Bernini, nuovamente sollecitato a esprimere un parere, avrà toni ben più aspri, considerando che la Fabbrica, a dispetto del parere suo e di “alcuni principali professori dell’architettura dell’età nostra” stava procedendo a realizzare il progetto del Buzzi. Non sarebbe stata però questa la conclusione della lunga storia della facciata del Duomo di Milano: bisognerà attendere ancora altri tre secoli perché essa possa dirsi effettivamente conclusa.