Un ingresso tra i ponteggi: 40 anni fa il solenne ingresso in diocesi del card. Martini
L'incessante opera di manutenzione e valorizzazione del Duomo nei secoli
Siamo ormai abituati, o meglio educati, a vedere il nostro Duomo coperto in qualche sua parte per interventi di restauro. Fa parte della natura particolarissima del simbolo della Chiesa e della città di Milano nel mondo. Ad essa concorre per primo il materiale di cui è fatta, il meraviglioso marmo di Candoglia, ma non solo. L’impressionante ricchezza delle parti decorative, che secolo dopo secolo si sono accostate l’una all’altra con divari stilistici altrove impensabili, la grandezza delle sue vetrate, la vertiginosa altezza delle volte: tutto ciò contribuisce a rendere il Duomo qualcosa di straordinario e come tale esso necessita di una straordinaria attenzione e vigilanza, che instancabilmente la Veneranda Fabbrica esercita, operosa, da secoli.
Il Duomo quindi da 633 anni assiste a una vita tra i ponteggi. Talora più discreti, a volte invece più ingombranti, essi sono diventati in più di un’occasione la quinta scenica di momenti fondamentali per la chiesa milanese. Uno di questi fu certamente l’ingresso del cardinale Carlo Maria Martini Martini in diocesi, avvenuto il 10 febbraio 1980.
Accolto da una piazza gremita, il cardinale fece il suo ingresso in una cattedrale che stava vivendo un momento di grandi cambiamenti.
Si era infatti alla fine del periodo di sperimentazione della nuova sistemazione del presbiterio. All’indomani del Concilio Vaticano II, seguendo le indicazioni della costituzione Sacrosanctum Concilium (1964), l’Ufficio Tecnico della Veneranda Fabbrica del Duomo aveva allestito un nuovo altare maggiore, avanzato rispetto al precedente e collocato esattamente al di sotto della cupola tra transetto e navate. A questa imponente impresa si aggiungeva quella ancora più epocale dell’imminente restauro dei piloni del tiburio, che proprio nel 1980 muoveva i primi passi e che si sarebbe conclusa solo nel 1984.
Le foto dell’epoca, raccontandoci quel 10 febbraio 1980, ci mostrano quanto la Fabbrica fece per rendere il più solenne possibile una situazione decisamente provvisoria. Alle spalle dell’altare, alti pannelli coperti da drappi nascondono i ponteggi restrostanti.
Un elemento che certamente colpisce è la mensa, sulla quale venne collocato il preziosissimo paliotto di San Carlo, ora esposto al Museo del Duomo. Con questo elemento, tra i più preziosi apparati liturgici del Duomo di Milano, realizzato in occasione della canonizzazione del grande Borromeo, la Chiesa di Milano accoglieva il nuovo arcivescovo, che inserendosi nella lunga e gloriosa teoria dei pastori ambrosiani, avrebbe cominciato la propria omelia proprio riconoscendo questo legame: “Anche a me è stato dato di contemplare un aspetto del mistero di Dio. Questa meravigliosa ed entusiasmante chiesa di Milano, questo popolo generoso che mi viene incontro a cuore aperto, questa antichissima chiesa ambrosiana alla quale io stesso, per volontà del Signore, considero oggi la mia vita indissolubilmente legata”.
Il card. Martini iniziava così il suo ministero in Duomo. Da lì avrebbe guidato per oltre vent’anni la diocesi di S. Ambrogio e S. Carlo e accompagnato il Duomo e i suoi infiniti restauri verso il nuovo millennio.