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Sulle Terrazze, nella Storia

Sfogliando le carte dell'Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano

04 Veduta Della Terrazza Centrale Del Duomo Di Milano, 1925 Ca © Veneranda Fabbrica Del Duomo Di Milano
18 Maggio Mag 2021 1125 18 maggio 2021

Quante volte ci è capitato di ammirare la città dalle terrazze del Duomo? Un’esperienza unica, che ci fa sentire nel cuore di Milano, al centro della sua storia e dei suoi cambiamenti e che ci appare ancora più straordinaria se riflettiamo sul fatto che da secoli si sale sul Duomo per ammirare la città dall’alto.

Il Duomo di Milano infatti è stato pensato fin dalle origini non solo come centro attrattivo ma come sorgente di uno sguardo nuovo sul mondo, un punto a cui arrivare e dal quale ripartire, come testimoniano le centinaia di statue di santi che ne popolano le guglie, tutti con lo sguardo rivolto verso orizzonti lontani. E proprio imitando i loro sguardi, forse anche inconsapevolmente, generazioni di uomini e donne sono saliti sulle Terrazze e hanno ammirato panorami vicini e remoti, incantati dalla bellezza che li circondava.

Come per tanti aspetti della storia del Duomo, sfogliando le carte dell’Archivio possiamo ricostruire per esempio come veniva gestita la salita alle Terrazze a metà del XVII secolo.

Le Terrazze erano accessibili da quella stessa scala con cui oggi si compie la salita a piedi, ma diversamente da ora vi si arrivava dall’interno del Duomo, al margine dell’altare di Santa Prassede. La scala era chiusa a chiave da una porta sorvegliata da un Portero de la Scala che va sopra al Duomo, i cui compiti sono ben dettagliati nei tanti mansionari del tempo. Si legge ad esempio che egli doveva sorvegliare che nessuno salisse durante le celebrazioni né nei giorni festivi e che doveva assicurarsi che chiunque volesse accedere fosse munito di regolare autorizzazione, un foglio su cui campeggiava lo stemma della Veneranda Fabbrica. Un antenato dell’attuale biglietto!

Fino a tutto il Settecento per la salita si richiedeva un’offerta libera, che il Portero custodiva in apposita cassetta di ferro chiusa con ben tre chiavi. Dall’Ottocento in poi si ha testimonianza di un corrispettivo fisso per il biglietto e il perché è presto detto: proprio in quel secolo la Fabbrica del Duomo accostò al primario compito di costruire la cattedrale, intrapreso ben cinque secoli prima ma ancora lontano dall’essere assolto, il compito di conservarla e restaurarla. Un compito gravoso e impegnativo sul fronte economico, al quale la Fabbrica di allora iniziò ad attendere anche chiedendo un contributo a tutti coloro che di questa bellezza erano i primi fruitori, ovvero chi saliva sulle Terrazze.

Ancora oggi la Veneranda Fabbrica del Duomo è costantemente impegnata nel tutelare per il mondo intero la meravigliosa Cattedrale di Milano: e come nell’Ottocento chi sale sulle terrazze ad ammirare la città dall’alto, mentre vive un’esperienza di rara bellezza, contribuisce a conservare e trasmettere al futuro questo patrimonio straordinario di arte e fede.