Infinita Fabbrica, infiniti ponteggi
Curiosità d'Archivio
Chi guarda il Duomo di Milano vede molto di più che una meravigliosa Cattedrale. Il Duomo che ammiriamo oggi è l’esito del genio e della maestria di generazioni di artisti che si sono succeduti lungo oltre sei secoli, attraversando epoche e stili differenti, ma tali opere non sarebbero giunte fino a noi e non potremmo gustarne l’inimitabile bellezza senza la cura costante e instancabile della Veneranda Fabbrica del Duomo.
Dalla fine del Trecento essa infatti si prodiga per dare a Milano la sua Cattedrale e la sua attività è immediatamente visibile dai fedeli e turisti attraverso i ponteggi che, ora più imponenti, ora meno, compaiono all’interno e sulle coperture.
Già dall’Ottocento, consapevole che queste necessarie attività di restauro comportavano il nascondimento momentaneo di alcune porzioni del monumento, la Fabbrica del Duomo si è interrogata sulla possibilità di rendere il meno invadente possibile tali ponteggi. In particolare, nel 1865 l’Amministrazione si rivolse al direttore dei cantieri, architetto Giuseppe Vandoni, chiedendo se vi fosse una soluzione possibile per ridurre al minimo tali strutture, che risultavano “di grande detrimento alla bellezza e maestosità del Tempio”.
La risposta dell’architetto Vandoni, che pure si impegnò a sostituire gli ingombrantissimi ponteggi fino ad allora realizzati in legno con strutture più agili in ferro, presenta un passaggio che può a buon diritto essere considerato una sorta di manifesto per la Veneranda Fabbrica e un invito a chi visita il Duomo a guardare con gratitudine la presenza di tali ponteggi. Scrive infatti: “Questi apparati, quantunque abbiano l’impronta di provvisorietà, sono, si può dire, perenni, perché il compimento dei lavori non avverrà al certo in pochi anni e perché le opere di ripristino continueranno per l’intera durata del Tempio, tanto essendo grandiosa la sua mola e delicate le sue parti ornamentali”.
Fin quando ci sarà il Duomo, dunque, ci saranno restauri e quindi ponteggi. Come al momento della sua costruzione, così ancora oggi e nel futuro, per ammirare il Duomo nella sua bellezza è necessario sostenere l’attività della Veneranda Fabbrica.