Sulla figura di San Macrobio si sa molto poco. Viene talvolta associato alla figura di San Giuliano, sebbene dalle fonti storiche si può intuire che i due in realtà nemmeno si conoscessero e, anzi, vivessero in luoghi differenti. Macrobio infatti era un abitante della Cappadocia, che venne catturato e, insieme ad un gruppo di altri cristiani, venne martirizzato a Tomi (Costanza in Scizia) sotto l’imperatore Licinio, co-reggente in Occidente dal 308 al 313 d.C.. Giuliano era invece originario della Galizia, e riuscì inizialmente a fuggire alle persecuzioni nascondendosi in alcune caverne montane ma, scovato il nascondiglio, subì anch’egli il martirio. Il Martirologio Romano commemora San Macrobio il 15 settembre (precedentemente il 13).
Le vicende della statua nel Cantiere Duomo:
Il San Macrobio della guglia G4 è una riproduzione, con molta probabilità del Novecento. Sappiamo che il modello della statua originale venne ideato nell’Ottocento dallo scultore Grazioso Rusca il quale però morì prima di poterci mettere mano. Per tale motivo, la realizzazione venne ereditata dal figlio Gerolamo Rusca, anch’egli scultore, che la ultimò nel 1829. In ogni caso la statua rappresenta San Macrobio di Cappadocia. Secondo alcuni documenti d’Archivio sembra che inizialmente San Macrobio dovesse essere posto a coronamento di uno dei quattro Gugliotti del Duomo, oggi invece occupati da altre figure di santi e soldati.