La Domina è sicuramente una figura presente nell’iconologia cristiana anche se rimane tuttavia un alone di mistero attorno alla sua vera identità: la Domina Victoria potrebbe essere una personificazione della Chiesa, oppure potrebbe essere intesa come rappresentazione generica del martirio. E’ anche vero che la parola Domina in latino significa “Donna, signora”. E allora non potrebbe magari essere quella Santa Donna martire in Nicomedia insieme alle Sante Agape, Inde e Teofila? Mancando ulteriori attestazioni, è difficile oggi stabilire quale tra queste sia la soluzione più verosimile, ma ciò non mette in dubbio la veridicità dei documenti conservati in Archivio, i quali ci testimoniano la commissione per una statua di donna chiamata “Santa Domina Virgo et Martyr” corrispondente proprio a quest’opera.La statua, eseguita nel 1824, fu ideata dallo scultore Donato Carabelli ma scolpita da un marmorino specializzato della Veneranda Fabbrica. Oggi in cima alla Guglia G72 poggia una sua fedele riproduzione nella quale la Santa Domina Martire si presenta come una giovane donna avvolta in un semplice panneggio mentre si porta le mani al petto una sotto l’altra, in un atto forse di preghiera. I capelli lunghi e mossi le ricadono sulle spalle mentre lo sguardo è rivolto fisso davanti a sé, leggermente verso l’alto a contemplare il cielo sopra di lei. Originariamente la scultura era stata posizionata a coronamento della Guglia G105 in corrispondenza del transetto nord, ma successivamente venne spostata nella zona absidale dove ancora oggi la si può ammirare in tutta la sua bellezza.