L’opera, appartenente al nucleo di modelli architettonici lignei commissionati nei secoli dalla Veneranda Fabbrica, rappresenta la parte terminale della guglia maggiore del Duomo, in scala 1:22, ed è esposta presso il Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17).
Alla metà del Settecento la Fabbrica si trovò ad affrontare la grande sfida della costruzione della guglia maggiore della Cattedrale: iniziato nel 1759, il progetto fu portato avanti dal nuovo architetto della Fabbrica Francesco Croce, che nel 1764 eseguì e presentò il modello ligneo in questione per poter avviare la fase costruttiva (1765-1770).
Nella prima metà dell’Ottocento, in seguito al manifestarsi di preoccupanti lesioni che minacciavano la stabilità della guglia, l’amministratore della Fabbrica Ambrogio Nava modificò il modello di Croce per illustrare i suoi interventi di consolidamento (1844); l’opera oggi in Museo dovrebbe corrispondere al modello utilizzato da Nava, integrato insieme al giovane falegname della Fabbrica Andrea Colleoni.
Poggiante su un alto basamento a forma di pilastro scanalato, concluso da una mensola ottagonale e innestato, a sua volta, su una pedana a croce greca sostenuta da quattro piccoli contrafforti, quest’ultimo si innalza in verticale tramite otto montanti che ne circondano il nucleo centrale, parzialmente ricoperto di biacca (sostanza colorante bianca a base di piombo).
Il nucleo, dotato all’interno di una scala elicoidale e rinforzato da un’armatura metallica uguale a quella progettata da Nava per il restauro della guglia maggiore, termina con un belvedere in parte completato da parapetti recanti decorazioni quadrilobate.
Da questo punto il modello, fortificato con catene di ferro legate all’armatura metallica interna, prosegue in verticale a sostenere l’elemento terminale a piramide: nella realtà sormontato dalla statua in rame dorato della Madonnina, qui risulta non completato e rinforzato con cerchi metallici di ampiezza digradante.