La statuetta in gesso, datata 1822 e oggi custodita nel deposito del Museo, raffigura “Sant’Alberto confessore” (1250/1257 – 1306), sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani che, con la sua predicazione, convertì molti e provvide di viveri la città di Messina durante un assedio.
Egli è rappresentato come un uomo dal volto gravemente danneggiato, indossante una tunica e un manto dagli ampi panneggi.
Stante su un basamento poligonale con un’iscrizione incompleta recante il suo nome e l’altezza della statuetta, il santo porta la mano sinistra al petto, mentre la destra è nascosta sotto il manto.
L’opera, eseguita come modello per una versione in marmo di Candoglia destinata a una guglia del Duomo, è stata ricondotta dagli studiosi allo scultore milanese Gaetano Monti: attivo per la Cattedrale nella prima metà dell’Ottocento, quest’ultimo fu anche rinomato ritrattista e amico di Andrea Appiani, uno dei maggiori rappresentanti italiani del neoclassicismo in pittura.