La statuetta in gesso, datata 1812 e oggi custodita nel deposito del Museo, raffigura “Sant’Antonio abate”, uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa vissuto fra il III e il IV secolo. Originario dell’Egitto, seguendo i precetti evangelici distribuì tutti i suoi beni ai poveri e si ritirò nel deserto della Tebaide, dove intraprese la vita ascetica.
Egli è rappresentato come come un frate con barba, baffi e capelli lunghi. Il volto, leggermente portato in avanti e reclinato verso la sua destra, è reso con particolare espressività (si vedano per esempio le rughe sulla fronte).
Abbigliato con tunica e manto, il santo regge un lembo di quest’ultimo con la mano destra, mentre la sinistra è rivolta verso l’alto.
La figura, stante su un basamento poligonale, poggia il peso sulla gamba destra, mentre la sinistra risulta flessa in avanti e in posizione sopraelevata. Ai suoi piedi, calzati da sandali, si intravede sulla sinistra il muso di un maiale, emblema degli animali di cui sant’Antonio abate è protettore.
Utilizzata come modello per una versione marmorea da collocare su una guglia del Duomo, secondo le fonti d’archivio l’opera fu eseguita da Gerolamo Reale, scultore attivo per la Cattedrale agli inizi dell’Ottocento.