Raffigurante “Sant’Adelaide imperatrice” e databile fra 1866 e 1867, il modello in gesso fu realizzato come prova preparatoria per una scultura marmorea di stesso soggetto (1867), destinata a decorare uno dei finestroni della zona absidale del Duomo.
Il modello, oggi esposto nella sala del Museo dedicata all’Ottocento (n. 17), fu eseguito come la statua in marmo da Francesco Barzaghi: milanese, egli si formò all’Accademia di Brera con Giovanni Strazza e Benedetto Cacciatori, subendo anche l’influenza di Vincenzo Vela.
Scultore virtuoso ed elegante, nel corso della sua carriera si dimostrò abile nell’esecuzione sia di soggetti di genere sia di monumenti; a proposito di questi ultimi, si ricorda per esempio quello milanese dedicato a Napoleone III e all’esercito francese (1886), inizialmente posto nel cortile del palazzo del Senato e oggi visibile su un’altura del parco Sempione.
Attivo per il Duomo dal 1863 al 1867, nel modello per la “Sant’Adelaide imperatrice” Barzaghi ritrae la santa del X secolo, celebre per la sua attenzione agli ultimi e agli indigenti, come una giovane sovrana, abbigliata con una veste lunga fino ai piedi e un mantello. Entrambi riccamente lavorati, essi denotano da parte dell’autore un attento studio dei particolari di gusto pittorico.
Il capo dell’imperatrice, leggermente portato in avanti e reclinato verso la destra del personaggio, è incorniciato da un velo con corona, mentre la bocca appare semiaperta e lo sguardo rivolto verso il basso.
Dal collo della sovrana pende un crocifisso, mentre una cintura a fascia posta di sbieco adorna il suo abito all’altezza della vita: alla stessa cinta è legata una piccola borsa, simbolo di carità, il cui manico pendeva probabilmente dalla mano sinistra (priva di gran parte delle dita). La mano destra è invece del tutto mancante.
La figura, il cui lieve andamento curvilineo deriva sia dalla testa inclinata sia dal fianco destro spostato verso l’esterno, poggia su un basamento poligonale con inscritto il nome della santa.
Dal punto di vista stilistico, gli studiosi moderni hanno sottolineato come il modello della “Sant’Adelaide imperatrice” sia ispirato alla contemporanea pittura di Federico Faruffini e Tranquillo Cremona, soprattutto nell’interpretazione, da parte di Barzaghi, della storicità della figura.
Del resto anche la critica dell’Ottocento aveva evidenziato l’ispirazione “quattrocentesca” della scultura, rilevando peraltro in essa un’intensificazione in senso estetizzante del pittoricismo di Vincenzo Vela.