Il modello in gesso, oggi custodito nel deposito del Museo, raffigura “Sant’Esichio martire”: originario di Antiochia, nell’attuale Turchia, egli era un funzionario di palazzo. Abbandonate le armi per essersi rifiutato di sacrificare agli idoli pagani, come ordinato dall’imperatore Diocleziano, intorno al 303 Esichio morì dopo essere stato gettato in un fiume con un masso legato al braccio destro.
Il modello del Museo del Duomo rappresenta il martire come un giovane uomo dalla corta chioma mossa, con il viso dallo sguardo assorto leggermente rivolto verso la sua sinistra.
Abbigliato con un drappo che lascia scoperto il torace e parte delle gambe, il santo reca una croce nella mano sinistra; il polso della mano destra appare invece legato a un masso posizionato sul retro.
Stante su un basamento poligonale con inscritto il suo nome, Esichio poggia il peso sulla gamba sinistra, mentre la destra risulta flessa. Accanto al piede sinistro si trovano un elmo e quella che sembra essere l’impugnatura di un’arma.
Eseguita nel 1835 come modello per una versione marmorea di maggiori dimensioni, destinata alla cima di una guglia del Duomo, la scultura è stata ricondotta dagli studiosi a Gaetano Matteo Monti: originario di Ravenna, compì la sua formazione fra Roma, Milano e Bologna sotto la guida di Giuseppe Franchi e Antonio Canova. Conclusi gli studi, nel 1811 si stabilì a Milano, dove lavorò anche per la Cattedrale realizzando varie opere. Attivo inoltre presso l’Arco del Sempione, vi scolpì il grande bassorilievo rappresentante “L’Incoronazione di Napoleone I a re d’Italia” (1811-1814), oggi custodito alla Pinacoteca di Brera.