Raffigurante “Sant’Afra” e databile fra 1864 e 1865, il modello in gesso fu realizzato come prova preparatoria per una scultura marmorea di stesso soggetto (1865), destinata a decorare uno dei finestroni del fianco meridionale del Duomo.
Il modello, oggi esposto nella sala del Museo dedicata all’Ottocento (n. 17), fu eseguito come la statua in marmo da Cesare Bazzoni: originario di Lezzeno, presso Como, quest’ultimo si formò all’Accademia di Brera nell’ambiente neoclassico rappresentato da Pompeo Marchesi e Benedetto Cacciatori.
Molto attivo nel settore della scultura funeraria, Bazzoni lavorò per il Duomo dal 1860 al 1867, eseguendo varie statue: fra esse appunto quella di “Sant’Afra”, martire di Augusta, in Germania, che nel IV secolo fu arsa viva per aver confessato la sua fede in Cristo.
Nel modello custodito in Museo, lo scultore ritrae la santa come una giovane donna dai polsi legati, stante sul rogo del martirio. Il volto, ribassato e incorniciato da una lunga chioma ondulata che ricade sul petto coprendo parzialmente i seni, ha un’espressione mesta sottolineata dalle palpebre semichiuse.
Vestita di un drappo che le cinge i fianchi annodandosi sul davanti, la santa piega entrambe le braccia, spostandole verso la sua destra rispetto al busto inclinato in avanti. Le mani, giunte all’altezza della vita, hanno i polsi legati con una corda, assicurata a un tronco posto sulla sinistra.
La gamba destra appare flessa, mentre i piedi scalzi poggiano sulle fascine del rogo, a loro volta adagiate su un basamento poligonale con inscritto il nome della santa.
Dal punto di vista stilistico, se gli studiosi moderni hanno interpretato la “Sant’Afra” come l’immagine di un’eroina romantica, avvicinandola alla pittura divulgativa di Domenico Induno, i critici ottocenteschi si sono soffermati piuttosto sulla ricerca espressiva di Bazzoni e sul senso estatico della figura.
Sempre nel 1864, quando riceve la commissione per la “Sant’Afra” del Duomo, lo scultore porta a termine una delle sue opere più note, cioè il monumento Roncalli: eseguito in un solo blocco di marmo per il palazzo di famiglia a Vigevano, esso rappresenta i sei figli del senatore Vincenzo Roncalli, tutti defunti in giovane età.