Il modello in gesso, oggi custodito nel deposito del Museo, raffigura “San Guglielmo di Gellone”: nobile soldato originario della Borgogna, nell’804 fondò l’abbazia benedettina di Gellone nella Gallia narbonense (oggi Francia), ritirandosi poi a vita monastica.
Egli è rappresentato come un uomo in abiti religiosi dallo sguardo intenso, rivolto verso l’osservatore. Il capo è caratterizzato dalla tonsura.
Stante su un basamento poligonale con inscritto il suo nome, il santo reca nella mano destra un cartiglio quasi completamente spiegato sul quale è raffigurata l’abbazia di Gellone; nella sinistra sono invece visibili i resti lacunosi di un altro oggetto.
Eseguita nel 1867 come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone del braccio di croce meridionale del Duomo, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi a Michele Boninsegna: originario di Manerbio, presso Brescia, fu allievo a Brera di Pompeo Marchesi, che influenzò la sua produzione in senso neoclassico.