Modelli scultorei

Santa o beata

di Butti Enrico (Viggiù, 1847-1932) (?)

Cronologia: Fine del XIX secolo

Misure cm: 75 × 25 × 25

Materia e Tecnica: Gesso a tuttotondo

N. Inventario: MS349

Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.

L’opera rappresenta una “Santa” o “Beata” come una giovane donna con il capo rivolto alla sua destra, dallo sguardo assorto diretto verso l’alto. I lunghi capelli sono raccolti sulla nuca in uno chignon, dal quale si diparte una treccia.

Vestita con un abito di gusto e foggia tardo ottocenteschi, la figura indossa delle polsiere decorate con una croce; la mano destra regge un libro chiuso e alcuni fiori, mentre la destra risulta mancante di parte delle dita.

La lunga veste scende a coprire parzialmente i piedi, che poggiano su un doppio basamento poligonale.

Concentrandosi sull’affinità stilistica con altre sculture, gli studiosi hanno ipotizzato che l’opera, eseguita come modello per una versione marmorea destinata alla Cattedrale, possa essere riconducibile ad Enrico Butti. Originario di Viggiù, presso Varese, egli si formò a Milano all’Accademia di Brera, dove seguì i corsi di Pietro Magni.

Fin dagli esordi, la scultura di Butti mostrò legami molto stretti con la tradizione della Scuola di Milano, rappresentata da quegli artisti attivi a Brera che, fra gli anni Cinquanta e Settanta dell’Ottocento, si affermarono a livello europeo mediante un romanticismo “moderato” (Benedetto Cacciatori, Pompeo Marchesi, Vincenzo Vela ecc.).

In particolare, dopo aver seguito il gusto impressionistico di Giuseppe Grandi, Butti si volse a modi veristici e a temi sociali, ben esemplificati dal celebre “Minatore” bronzeo (1897) custodito presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano.

Tra le sue opere per il Duomo si ricordano la “Santa Rosa” (1876) e il “San Naborre” (1877), il cui modello in gesso è esposto come quello della “Santa” o “Beata” nella sala della Galleria di Camposanto.