Modelli scultorei

San Pietro in vincoli

di Bernasconi Pietro (Morbio Superiore, 1826 - Vacallo, 1912)

Cronologia: 1859-1860

Misure cm: 98 × 43 × 21

Materia e Tecnica: Gesso a tuttotondo

N. Inventario: MS359

Raffigurante “San Pietro in vincoli” e databile fra il 1859 e il 1860, il modello in gesso fu realizzato come prova preparatoria per una scultura marmorea di stesso soggetto (1860), destinata a decorare uno dei finestroni del fianco meridionale del Duomo.

Il modello, oggi esposto nella sala del Museo dedicata all’Ottocento (n. 17), fu eseguito come la statua in marmo da Pietro Bernasconi: di origini ticinesi, egli si formò a Milano presso l’Accademia di Brera, dove entrò in contatto con Benedetto Cacciatori e Pompeo Marchesi. Questi ultimi, anch’essi operanti per il Duomo, lo indirizzarono verso un genere di raffinato neoclassicismo.

Conclusi gli studi, Bernasconi seguì il conterraneo e collega Vincenzo Vela a Torino, diventando il primo collaboratore del suo studio e sviluppando uno stile dai tratti più romantici e naturalistici.

L’attività di Bernasconi per la Cattedrale milanese, durata oltre vent’anni, iniziò nel 1856 con la commissione di un “San Giorgio martire” per il tamburo della guglia maggiore, concludendosi con il “San Celso” (1877) destinato al fianco meridionale.

Per quanto riguarda il modello del “San Pietro in vincoli”, l’artista ritrae il primo vescovo di Roma nel momento della cattura come un uomo anziano e barbato, indossante una tunica abilmente modellata e ricoperta da un manto.

Il viso dall’espressione sofferente è rialzato, con la bocca semiaperta e gli occhi rivolti verso l’alto: le braccia appaiono piegate, con le mani chiuse e incatenate dai ceppi poste sul busto (la destra più in basso e la sinistra più in alto).

Il peso del corpo grava sulla gamba destra, mentre la sinistra è arretrata e volta all’esterno; i piedi, scalzi, poggiano su un basamento poligonale recante sul fronte un’iscrizione con il nome del santo.

Secondo gli studiosi, nella scultura Bernasconi riesce a conciliare con efficacia l’espressione dolente di san Pietro e al tempo stesso la concretezza del momento storico che si sta compiendo: la figura è colta in lenta andatura, la testa alzata in un gesto eloquente, con la bocca semiaperta, lo sguardo rivolto verso l’alto e gli occhi incavati, evidenziati dal chiaroscuro delle orbite.

Il manto sopra la tunica lascia scoperte le mani incatenate, dalle quali si origina il ritmo angolare che muove il panneggio nella parte inferiore della statua.