La statuetta in gesso, oggi custodita nel deposito del Museo, raffigura “San Senofonte senatore”, che nel V secolo a Gerusalemme rinunciò alla sua posizione sociale e intraprese con la moglie e i figli la vita monastica.
Egli è rappresentato come un uomo dai capelli corti e l’espressione pensierosa.
Abbigliato con una toga, il personaggio ha entrambe le braccia piegate: il braccio sinistro regge un cartiglio chiuso e sostiene il destro, la cui mano è portata quasi fin sotto il mento.
Stante su un alto basamento con inscritto il suo nome, il santo poggia il peso sulla gamba sinistra, mentre la destra è leggermente flessa in avanti e in posizione avanzata.
L’opera, datata 1842, fu realizzata come modello preparatorio per una versione marmorea. Grazie ai documenti d’archivio, gli studiosi l’hanno attribuita a Raffaele Monti: figlio di Gaetano, anch’esso attivo per la Cattedrale, Raffaele eseguì varie sculture destinate al Duomo, come per esempio quelle di “San Teodulo” e “Santa Tarbula” per il gugliotto Pestagalli, progettato nel 1845.
Per quanto riguarda invece la sua produzione autonoma, Monti riscosse grande successo all’estero con le sue sculture di figure femminili velate, come per esempio “The Bride” (1861), oggi custodita al The Pottery Museum & Art Gallery di Stoke-on-Trent, in Inghilterra.