Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Databile al biennio 1876-1877, l’opera raffigura “San Felice” (IV secolo), soldato di origine nordafricana ucciso a Lodi Vecchio insieme al compagno Naborre per avere difeso la sua fede in Dio.
Egli è rappresentato come un uomo dalla folta chioma corta, con lo sguardo severo rivolto verso l’osservatore.
Abbigliato con elmo, lorica, manto e calzari descritti con estrema cura, egli reca nella mano destra la palma del martirio, mentre la sinistra si posa sulla parte superiore di un grande scudo decorato, stante su un’apposita base.
A sua volta il santo è posizionato su un basamento poligonale, e poggia il peso sulla gamba sinistra; la destra risulta invece flessa e in posizione arretrata.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata al capitello di un pilone della Cattedrale, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi allo scultore Luigi Buzzi Leone: originario di Viggiù, presso Varese, fu allievo a Brera di Pompeo Marchesi e Innocenzo Fraccaroli. Influenzato dalla maniera quattrocentesca, ravvivata dal romanticismo particolarmente sentito a Milano, Buzzi lavorò per il Duomo dal 1857 al 1877, realizzando varie statue.