Il modello in gesso è oggi esposto in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
Datata 1860, l’opera raffigura “San Leopoldo” (1073 – 1136), margravio d’Austria che durante il suo regno promosse la riforma ecclesiastica e fondò diversi monasteri: in particolare, al sovrano si deve la nascita di Mariazell, il più antico e importante santuario mariano di tutta l’Austria.
Il santo è rappresentato come un uomo maturo barbato, con lo sguardo ribassato rivolto al modellino di edificio religioso sorretto nella mano sinistra (forse una riproduzione di Mariazell).
Abbigliato con una tunica e un manto minuziosamente decorati, il santo stringe con la mano sinistra un lembo del manto e poggia su un basamento poligonale con inscritto il suo nome.
Eseguita come modello per una versione marmorea destinata a un finestrone del fianco meridionale della Cattedrale, l’opera è stata ricondotta dagli studiosi a Cesare Bazzoni. Originario di Lezzeno, presso Como, quest’ultimo si formò all’Accademia di Brera nell’ambiente neoclassico rappresentato da Pompeo Marchesi e Benedetto Cacciatori.
Molto attivo nel settore della scultura funeraria, Bazzoni lavorò per il Duomo dal 1860 al 1867, eseguendo varie statue: fra esse spicca quella raffigurante “Sant’Afra” (1865), sempre collocata presso uno dei finestroni del fianco meridionale. Il relativo modello in gesso (1864-1865) può essere ammirato in Museo nella sala dedicata all’Ottocento (n. 17).