Scultura

San Giorgio

di Solari Giorgio (documentato dal 1397 al 1405)

Cronologia: 1403

Misure cm: 210 × 80 × 70

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo; vessillo e spada metallici

N. Inventario: ST20

Raffigurante “San Giorgio”, la scultura in marmo di Candoglia databile al 1403 proviene dalla cima della prima e più antica guglia del Duomo, la cosiddetta guglia Carelli (1390-1403): situata nella zona absidale sul lato nord della Cattedrale, essa fu infatti dedicata alla memoria di Marco Carelli, facoltoso mercante che alla sua morte divenne il capostipite di tutti i donatori della Veneranda Fabbrica, nominandola sua erede universale.

La scultura, caduta dalla guglia durante il bombardamento bellico del 15 agosto 1943 riportando gravi danni, fu restaurata ed è esposta al Museo del Duomo dall’anno della sua apertura, nel 1953.

Oggi custodita nella sala dedicata alle origini del Duomo (n. 3), essa rappresenta appunto san Giorgio, martire originario della Cappadocia ucciso per la sua fede cristiana nel IV sec., a cui una popolare leggenda attribuisce la vittoria su un terribile drago che minacciava la città libica di Silene.

Maestoso e imponente nonostante i danni subiti e la secolare esposizione agli agenti atmosferici, il “San Giorgio” appare come un guerriero indossante una corazza crociata completa di guanti e gambali; con la mano destra, appoggiata al fianco, tiene un pugnale di marmo, mentre con la sinistra regge un alto vessillo metallico. Al fianco sinistro è fissata una lunga spada, sempre in metallo, che giunge fino al basamento sul quale l’opera poggia.

Il volto sereno presenta una barba bipartita e raffinati lineamenti, purtroppo molto abrasi, identificati dalla tradizione in quelli di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano che nel 1387 fondò la Veneranda Fabbrica affinché quest’ultima potesse coordinare i lavori di progettazione, costruzione e conservazione del nuovo Duomo, voluto dal popolo milanese e dedicato a santa Maria Nascente.

Per quanto riguarda l’autore della scultura, Giorgio Solari, gli studiosi hanno finora potuto accertare la sua attività soltanto per il Duomo, dove fra 1397 e 1405 esegue alcune statue per poi scomparire dalle fonti d’archivio.

Le ricerche più recenti suggeriscono che l’artista potrebbe essersi trasferito a Venezia, dove una scultura di “San Michele” posta sul coronamento della basilica di San Marco presenta una sorprendente somiglianza con il “San Giorgio” del Duomo.

Oggi, sulla cima della guglia Carelli, si trova una copia fatta eseguire dalla Fabbrica negli anni Cinquanta.