Scultura

Santa Caterina d’Alessandria

di Scultore tedesco o lombardo

Cronologia: Primo decennio del XV secolo

Misure cm: 50 × 15 × 14

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST105

Raffigurante forse “Santa Caterina d’Alessandria”, la scultura in marmo di Candoglia è databile al primo decennio del Quattrocento. Proveniente dal capitello di un pilone nel braccio sinistro del capocroce del Duomo, si trova oggi esposta in Museo presso la sala n. 6, dedicata appunto alle statuette dei capitelli dei piloni.

L’opera rappresenta la santa come una giovane che reca nella mano sinistra un libro chiuso e stringe nella destra un oggetto oggi perduto, di cui sopravvive solo un frammento che potrebbe essere l’elsa di una spada. Gli attributi di santa Caterina d’Alessandria, martire cristiana vissuta fra il III e il IV secolo in Egitto e perseguitata per la sua fede, sono infatti il libro e la spada.

Abbigliata con una veste aderente e sopra un manto, la figura ha il capo volto verso la sua destra; fra i capelli si distingue una ghirlanda vegetale.

Per quanto riguarda il versante stilistico, gli studiosi riconducono la probabile “Santa Caterina d’Alessandria” a uno scultore tedesco o lombardo, ponendo la scultura nel gruppo di statuette anch’esse esposte in Museo le cui caratteristiche precedono la completa affermazione di Jacopino da Tradate, riferendosi al momento in cui la squadra degli scultori del Duomo è guidata dal tedesco Walter Monich, documentato presso il cantiere della Cattedrale fra 1399 e 1409.