Raffigurante santa Tecla, protomartire e patrona dell’antica basilica estiva demolita nel Quattrocento durante la costruzione del Duomo, il busto reliquiario in argento fu eseguito tra 1584 e 1585 dall’argentiere Pietro Francesco da Como su disegno di Pellegrino Tibaldi, architetto della Veneranda Fabbrica.
In seguito l’orefice Pietro Rubini, erede del da Como, intervenne sul prezioso manufatto, restaurandone significativamente il piedestallo e l’aureola (1777-1778). Dal 2013 esso è esposto in Museo presso la sezione dedicata al Tesoro della Cattedrale (sala n. 2).
L’opera appartiene alla serie di dodici busti reliquiari, sei di martiri e sei di arcivescovi, eseguita tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento su commissione di Carlo Borromeo per conservare i resti dei santi più venerati dalla Chiesa milanese. Situati sull’altare maggiore durante le funzioni solenni, i manufatti rimasero in Duomo fino al 1796, quando sei di essi furono distrutti durante le requisizioni d’argento e oro ordinate da Napoleone.
Il busto di santa Tecla, secondo gli studiosi di ferma dolcezza classica, fu il primo a essere completato: costituito da un’anima lignea ricoperta da lastre in argento sbalzato e cesellato, l’opera raffigura la martire come una giovane dallo sguardo assorto. Il capo, circondato dall’aureola, presenta una lunga chioma scompartita sulla fronte, trattenuta da un nastro legato sulla nuca e ricadente sulle spalle.
Alla sommità della testa, i capelli mimetizzano un coperchio a cerniera per l’introduzione della reliquia del teschio della santa, mentre il collo risulta fissato al busto mediante chiodi. Tecla indossa una veste a righe verticali con rose sparse e un manto lavorato a broccato e decorato da fiori e girali.
Il piedestallo, ornato ai lati da due teste di cherubini aggettanti, ospita al centro una targa con l’iscrizione latina “S. THECLAE V. M. CAPUT”; sulla destra della medesima targa è riportato anche il punzone dell’autore della base (il già citato Pietro Rubini), ripetuto anche sul retro in posizione centrale.
Oltre a essere collocato con gli altri busti sull’altare maggiore durante le funzioni solenni, come si è detto, quello di santa Tecla era esposto anche il 24 settembre, in occasione della festività della martire.