Raffigurante san Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano dal 1565 al 1584 e personalità fondamentale della riforma conciliare post-tridentina, il busto reliquiario in argento fu eseguito tra il 1604 circa e il 1610 dall’argentiere Pietro Francesco da Como su probabile modello dello scultore Giovanni Andrea Biffi.
In seguito, l’orefice Pietro Rubini, erede del da Como, intervenne sul prezioso manufatto, restaurandone significativamente piedestallo e mitra (1777-1778). Dal 2013 esso è esposto in Museo presso la sezione dedicata al Tesoro della Cattedrale (sala n. 2).
L’opera appartiene alla serie di dodici busti reliquiari, sei di martiri e sei di arcivescovi, eseguita tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento su commissione di Carlo Borromeo per conservare i resti dei santi più venerati dalla Chiesa milanese. Destinati all’altare maggiore, i manufatti rimasero in Duomo fino al 1796, quando sei di essi furono distrutti durante le requisizioni d’argento e oro ordinate da Napoleone.
Costituito da un’anima lignea ricoperta da lastre in argento sbalzato e cesellato, il busto raffigura san Carlo Borromeo a mezzobusto con un’attenzione ritrattistica evidente nella resa fedele dei tratti fisiognomici e nel verismo della barba cortissima; oltre alla mitra decorata da gemme sfaccettate di vari colori, il santo indossa un camice con amitto e piviale chiuso da un razionale rotondo con gemma trasparente.
Ai lati di quest’ultimo spiccano, leggermente rilevati, i santi Pietro e Paolo, mentre sul retro il piviale ospita, in posizione centrale, una colomba entro disco di fiamme, simbolo dello Spirito Santo.
Sul collo di san Carlo, fissato al busto mediante chiodi, si trova una fenditura verticale: collocata in prossimità dell’orecchio sinistro, essa serve per l’introduzione della reliquia (un frammento di tessuto di una gamba), al pari delle cinque presenti sui bordi anteriore e posteriore della mitra.
Il piedestallo, ornato ai lati da due teste di cherubini aggettanti, reca una targa con l’iscrizione latina “S. CAROLI RELIQUIAE”, al centro, e il punzone dell’autore della base (Pietro Rubini), ripetuto anche sui lati.
Approntato a spese della Confraternita dei Disciplini e donato al Tesoro di san Carlo, nel 1610 esso fu esposto per la prima volta sul sepolcro del Borromeo in Duomo durante le cerimonie per la sua canonizzazione; da quel momento in poi, il busto è stato collocato sulla tomba del santo ogni 4 novembre nella sua festività, oltre che sull’altare maggiore per le funzioni solenni insieme ai grandi candelabri offerti dal cugino Federico Borromeo e alla statua argentea di san Carlo (1610 circa), sempre riconducibile a Giovanni Andrea Biffi.