La statuetta in terracotta, datata 1662 e raffigurante “Re Josia”, è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.
L’opera rappresenta appunto re Josia (VII secolo a.C.), giovane sovrano che condusse i giudei in battaglia
contro il faraone Necao e li allontanò dall’idolatria dei falsi dei. Egli appare come un giovane re dai lunghi baffi in posa di comando, con lo sguardo fiero rivolto verso la sua destra e il braccio corrispondente parzialmente mutilo.
Abbigliato con lorica aderente, corti pantaloni alla zuava, ampio manto sfrangiato attorno alla vita e stivali, Josia porta sul capo una corona a tre punte e poggia su un sottile basamento.
Grazie ai documenti d’archivio gli studiosi hanno ricondotto la statuetta a Carlo Antonio Bono, scultore appartenente a una famiglia campionese che, nei suoi lavori per la Cattedrale, si attenne perlopiù ai modi della tradizione cinquecentesca lombarda.
La critica ha sottolineato il carattere orientaleggiante del “Re Josia” e il suo assetto compositivo molto controllato, evidente nella posa trattenuta in un rigoroso contrappunto, mitigato solo dall’accenno di torsione del busto e d’inclinazione della testa, oltre che nella precisa definizione anatomica.
L’opera fu eseguita da Bono come modello per una versione marmorea (1664-1668), destinata a un finestrone del fianco settentrionale del Duomo.