Modelli scultorei

Nascita di san Giovanni Bono

di Simonetta Carlo (Milano, 1635 circa-1693)

Cronologia: 1685

Misure cm: 108 × 86 × 25

Materia e Tecnica: Terracotta a rilievo

N. Inventario: MR721

L’opera, datata 1685 e raffigurante la “Nascita di san Giovanni Bono” è oggi esposta in Museo nella sala intitolata alla Galleria di Camposanto (n. 14), luogo nel quale dal Seicento in poi la Veneranda Fabbrica ha custodito i gessi e le terrecotte preparatori delle statue elaborate per il Duomo.

Essa appartiene al ciclo dei modelli in terracotta per i rilievi marmorei destinati alla cappella tardoseicentesca di san Giovanni Bono, posta nel capocroce sud della Cattedrale e dedicata all’arcivescovo di origini liguri che, nel VII secolo, riportò a Milano la residenza dei vescovi milanesi, rifugiatisi a Genova dopo l’invasione longobarda.

L’opera in oggetto, una terracotta di forma rettangolare, rappresenta appunto la nascita del santo. L’episodio, ambientato all’interno di una casa dall’aspetto classicheggiante, appare tripartito e orchestrato secondo una prospettiva a cannocchiale. Il primo piano è abitato da una serie di ancelle intente in diverse occupazioni: da sinistra, accanto a una figura maschile, fa il suo ingresso nella stanza una donna inturbantata, prossima a un braciere dai piedi a forma di tritoni. Accanto, due levatrici sono impegnate nell’atto di lavare il neonato in un bacile decorato con motivi vegetali. All’estrema destra, un’ultima ancella trattiene l’incedere di un bambino mutilo della testa.

In secondo piano, sotto un ampio baldacchino annodato intorno a una colonna, è coricata la madre di san Giovanni, attorniata da cinque figure femminili. A sinistra una finestra si apre sulla veduta di un porto, mentre in alto, accanto alla colonna, due angioletti acefali osservano la scena.

Grazie ai documenti d’archivio gli studiosi hanno ricondotto il modello a Carlo Simonetta, attivo per il Duomo dal 1660 fino alla morte, avvenuta nel 1693: allievo di Dionigi Bussola, nel 1687 Simonetta fu il suo successore come protostatuario, cioè scultore capo, della Cattedrale.

Autore di numerose opere, sul versante stilistico Simonetta appare debitore del tardomanierismo pittorico milanese, dai Procaccini al Cerano. Inoltre, risulta in lui assai spiccata la propensione verso il naturalismo, viva anche nel maestro Bussola e particolarmente evidente nel gruppo marmoreo con “Giobbe e il demonio” (1669), considerato uno dei vertici della sua produzione ed esposto in Museo nel corridoio di passaggio alla sala della Galleria di Camposanto.

Per quanto riguarda il modello con “La nascita di san Giovanni Bono”, da cui Simonetta e la sua bottega trassero il rilievo in marmo di stesso soggetto collocato sulla lesena sinistra dell’arco della cappella (1693), la critica ne ha sottolineato l’affinità con il dipinto di Cesare Fiori raffigurante la “Nascita di san Carlo” (1660 circa), sempre ideato per il Duomo.

Più che ipotizzare che possa trattarsi di arretratezza di riferimenti da parte dell’autore, è preferibile ricordare il modello che la cappella di San Giovanni Bono doveva rispettare: la simmetrica cappella della Madonna dell’Albero, situata nel capocroce nord. Osservando infatti il rilievo rappresentante la “Natività della Vergine”, databile alla metà del XVI secolo e attribuito a Cristoforo Lombardo, si può facilmente comprendere come sia i dettagli di gusto cinquecentesco e “archeologico” sia alcuni particolari di realismo lombardo rendano le due scene molto simili.