Vetrate

Angeli

di Mochis Corrado de (Colonia, 1525 - Milano, 1593) su cartone di maestro tedesco (Mochis Corrado de?)

Cronologia: Anni Quaranta-Cinquanta del XVI secolo

Misure cm: 116,5 × 67

Materia e Tecnica: Vetro, grisaglia, piombo

N. Inventario: V13

L’antello, databile alla metà del Cinquecento, appartiene a una serie di quattro esemplari raffiguranti angeli, originariamente collocata a cornice della “Crocifissione” nella vetrata del “Nuovo Testamento”, decorante uno dei grandi finestroni dell’abside del Duomo (quello verso l’Arcivescovado).

Avviata nel 1417 e terminata alla metà del Cinquecento, la vetrata narra episodi della storia di Gesù di Nazareth prima e dopo la sua Resurrezione.

In particolare, l’antello di cui sopra è stato rimosso dalla Cattedrale per ragioni conservative, e negli anni Cinquanta è entrato a far parte della collezione del Museo, dove si trova tuttora nella sala dedicata all’arte vetraria del Duomo (n. 9).

Esso rappresenta alcuni angeli in preghiera su uno sfondo di terra e cielo: due di loro, a figura intera e rivolti verso sinistra, sono visibili quasi completamente, mentre le ali di un altro o di altri sono visibili sul limite sinistro della scena.

Le due figure, con vesti e ali tricolori, sono circondate da pezzi incongrui (a sinistra dell’angelo superiore una tessera stampata, alcuni pezzi di architetture sempre a sinistra in basso). Questo particolare effetto “patchwork” è dovuto a un restauro ottocentesco dell’antello.

Gli studi più recenti attribuiscono l’esecuzione dell’antello, il meno manomesso dei quattro con gli angeli, a Corrado de Mochis da Colonia, uno dei principali vetrai cinquecenteschi attivi per il Duomo. Inizialmente collaboratore dei pittori Biagio e Giuseppe Arcimboldi, dei quali traspone in vetro i cartoni per le vetrate di “Santa Caterina d’Alessandria” e dell'”Antico Testamento” (1549-1555), dopo il trasferimento di Giuseppe presso la corte dell’imperatore Ferdinando I (1562), de Mochis assume maggiore autonomia: suoi sono infatti, per esempio, cartoni e pannelli della vetrata di “Santa Caterina da Siena”, dove la raffinatezza da mondo fantastico di Arcimboldi lascia il posto a un’attenzione realistica di tono più popolare.

Tali caratteristiche, riscontrate anche nell’antello con gli “Angeli”, hanno indotto gli studiosi a ipotizzare che il maestro tedesco individuato come autore dei relativi cartoni possa essere sempre Corrado de Mochis.

Per quanto riguarda il versante conservativo, la grisaglia (cioè la pittura in chiaroscuro tipica delle vetrate) appare ripresa successivamente. Inoltre, un recente restauro ha rimosso i piombi di sutura presenti sui manti dei due angeli.