Scultura

Apostolo

di Scultore tedesco

Cronologia: Ultimo decennio del XIV-primo decennio del XV secolo

Misure cm: 190 × 62 × 44

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST40

Raffigurante un “Apostolo”, la scultura in marmo di Candoglia è databile fra l’ultimo decennio del Trecento e il primo del secolo successivo. Proveniente dal capitello di un pilone del transetto del Duomo, l’opera è stata da qui rimossa per essere esposta all’importante mostra “Arte lombarda dai Visconti agli Sforza”, svoltasi a Palazzo Reale nel 1958; entrata in Museo nel 1973, si trova oggi custodita presso la sala dedicata all’epoca viscontea (n. 4).

La scultura rappresenta appunto un apostolo dall’espressione accigliata, con i lunghi capelli attorcigliati ai lati dell’ampia fronte bombata, i baffi e la grande barba bipartita suddivisi in ciocche serpentinate.

Il volto è reso severo dalle sopracciglia aggrottate, dal naso pronunciato e dagli zigomi marcati, sottolineati dalle gote scavate. La figura, con una veste lunga sino ai piedi, tiene nella mano destra un libro, mentre la sinistra ribaltata si apre a ventaglio, diventando quasi un tutt’uno decorativo con il ricadere del mantello, che nell’orlo crea un complesso gioco di falcature.

Secondo gli studiosi, l'”Apostolo” mostra una qualità stilistica piuttosto discontinua, rialzata da alcune felici invenzioni compositive: per esempio la bellissima barba a due falde stilizzata, che sottolinea l’inarcatura del corpo, o il palmo rovesciato, come un fermaglio, a trattenere lateralmente il mantello.

L’ignoto autore, originario dalla Germania, sembra fortemente influenzato dai modi dei primi scultori tedeschi attivi nel cantiere del Duomo, in particolare da Hans Fernach; al contempo, il suo stile denota un tentativo di aggiornarsi sui ritmi più fluenti della statuaria gotica francese, come dimostra la morbidezza a tratto cedevole del panneggio.