Scultura

Bombardamento di Milano

di Fontana Lucio (Rosario de Santa Fé, 1899 - Comabbio, 1968)

Cronologia: 1971 (fusione postuma, originale in gesso 1951-1952)

Misure cm: 81,5 × 137 × 18

Materia e Tecnica: Bronzo a rilievo

N. Inventario: SR189

La formella, datata 1971 ed esposta in Museo presso la sala dedicata al Novecento (n. 20), è la fusione bronzea postuma dell’esemplare in gesso patinato eseguito fra il 1951 e il 1952 da Lucio Fontana per la quinta porta del Duomo, cioè la prima da destra guardando la facciata.

Nel 1950 la Veneranda Fabbrica aveva infatti indetto un concorso nazionale per la realizzazione della porta, l’ultima mancante dopo quella centrale di Lodovico Pogliaghi (1906) e le tre laterali di Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni e Franco Lombardi (1948-1950).

Ciascun partecipante era tenuto a presentare un bozzetto della porta in scala ridotta, avente come tema “Origine e vicende del Duomo”, e un particolare di dimensioni reali, entrambi in gesso; la proposta di Fontana, maestro italo-argentino dello Spazialismo celebre in tutto il mondo per i suoi “Tagli”, risultò essere fra le sette giudicate migliori, insieme a quella, fra le altre, di Luciano Minguzzi.

Tuttavia, pur riconoscendone l’elevato valore artistico, la commissione giudicatrice del concorso temeva che la modernità dello stile di Fontana, sospeso tra figuralità e astrazione, avrebbe potuto “turbare violentemente” l’equilibrio della facciata della Cattedrale: così, impossibilitata a individuare un vincitore, la Fabbrica istituì un secondo grado di concorso, al quale parteciparono Fontana, Luciano Minguzzi ed Enrico Manfrini.

Tra 1951 e 1952 Fontana realizzò così un’altra formella al vero (“Bombardamento di Milano”), tre studi di personaggi (“Un frate”, “Un nobile” e “Un cavaliere”) e un nuovo bozzetto della porta in gesso, questa volta dotato di intelaiatura.

La formella raffigurante il tragico “Bombardamento di Milano” dell’agosto 1943 presenta al suo interno una cornice “in negativo”, delimitante la figurazione: al centro si trova l’arcivescovo Alfredo Ildefonso Schuster, di profilo, mentre accorre verso una madre disperata china sul corpo del figlio ucciso dal bombardamento (a destra). Esso è evocato a sinistra mediante un personaggio maschile che fugge da un’esplosione, con sullo sfondo a destra il Duomo in fiamme.

Dal punto di vista stilistico, Fontana studia con molta attenzione i rapporti tra i pieni e i vuoti e le simmetrie: la figura di Schuster è esaltata dai movimenti centrifughi dei gruppi laterali, che ne isolano la presenza rendendo la composizione simile a una toccante allegoria della carità e del dramma della guerra. Non a caso, l’artista stesso scelse come titolo completo dell’opera “Bombardamento di Milano. L’opera di carità cristiana del Cardinale Schuster tra i colpiti”.

Il concorso per la quinta porta del Duomo si concluse formalmente nel 1952, con una vittoria alla pari di Fontana e del collega Luciano Minguzzi: cinque anni dopo quest’ultimo fu scelto per l’effettiva realizzazione dell’opera, mentre le più moderne proposte di Fontana sarebbero state giudicate incompatibili con lo stile generale del Duomo.

Tuttavia, consapevole del loro grande valore artistico, fra 1971 e 1972 la Veneranda Fabbrica decise di far fondere in bronzo i bozzetti e le formelle per salvaguardarne l’integrità: nei primi anni Duemila essi sono stati concessi in deposito al Museo Diocesano di Milano, dove sono tuttora esposti.