Scultura

Bozzetto per la quinta porta del Duomo

di Minguzzi Luciano (Bologna, 1911 - Milano, 2004)

Cronologia: 1964 (fusione, originale in gesso 1951)

Misure cm: 172 × 86 × 5

Materia e Tecnica: Bronzo a rilievo

N. Inventario: SR183

Il bozzetto, datato 1964 ed esposto in Museo presso la sala dedicata al Novecento (n. 20), è la fusione bronzea dell’esemplare in gesso eseguito nel 1951 da Luciano Minguzzi per la quinta porta del Duomo, cioè la prima da destra guardando la facciata.

Nel 1950 la Veneranda Fabbrica del Duomo aveva infatti indetto un concorso nazionale per la realizzazione della porta, l’ultima mancante dopo quella centrale di Lodovico Pogliaghi (1906) e le tre laterali di Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni e Franco Lombardi (1948-1950).

Ciascun partecipante era tenuto a presentare un bozzetto della porta in scala ridotta, avente come tema “Origine e vicende del Duomo”, e un particolare di dimensioni reali, entrambi in gesso; la proposta di Minguzzi, scultore formatosi all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e impegnato in una ricerca basata su una figurazione densa di accenti espressivi ed esistenziali, risultò essere fra le sette giudicate migliori insieme a quella, fra le altre, di Lucio Fontana.

Il bozzetto bronzeo di Minguzzi, ceduto dall’artista alla Fabbrica, è composto da due battenti rettangolari, uniti fra loro da una cornice e suddivisi in sei registri con due formelle a bassorilievo ciascuno. L’estremità superiore consiste invece in una formella di dimensioni doppie, con la Vergine Assunta affiancata da tre personaggi per lato: a partire da sinistra Antonio da Saluzzo, Martino V, Pio XII, Ildefonso Schuster, san Carlo Borromeo e Gian Galeazzo Visconti.

La narrazione si origina in alto da sinistra verso destra, e comprende dodici episodi della storia plurisecolare del Duomo, dalla sua fondazione nel 1386 fino alla peste che colpì Milano nel 1630: “Antonio da Saluzzo promulga la bolla papale”, “Gian Galeazzo Visconti si reca in corteo al cantiere della Cattedrale”, “Approvazione del modello iniziale del Duomo”, “Nobili e popolani recano offerte alla Fabbrica del Duomo”, “Trasporto dei marmi di Candoglia per via fluviale”, “Popolo e clero lavorano agli scavi e alle fondazioni del Duomo”, “La posa della prima pietra”, “La solenne traslazione delle reliquie”, “Martino V consacra solennemente l’altare maggiore del Duomo”, “La cerimonia e processione del Santo Chiodo”, “Il cardinale Federico fra gli appestati”, “Processione dell’Idea, o Candelora”.

Avvicinato dai critici dell’epoca allo stile dello scultore bielorusso naturalizzato francese Ossip Zadkine, il bozzetto di Minguzzi non gli valse la vittoria del concorso: impossibilitata a scegliere un vincitore fra i sette scultori selezionati, la Fabbrica istituì infatti un secondo grado di concorso rivolto a Minguzzi, Lucio Fontana ed Enrico Manfrini.

Risoltosi nel 1952 con la vittoria alla pari di Minguzzi e Fontana, il concorso avrebbe avuto un esito concreto solo cinque anni più tardi, quando la Fabbrica commissionò ufficialmente l’esecuzione della porta a Minguzzi, ritenendo il suo stile più congeniale al Duomo rispetto a quello di Fontana, sospeso tra figuralità e astrazione.

Dopo aver realizzato almeno un secondo bozzetto e un modello modificato della porta, Minguzzi riuscì infine a concluderla e a vederla inaugurata il 6 gennaio 1965.