Scultura

Carola di angeli

di Vismara Gaspare (Milano, ? - 1651)

Cronologia: 1636

Misure cm: 287 × 186 × 56

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a rilievo

N. Inventario: SR170

Il rilievo in marmo di Candoglia, datato 1636 e raffigurante una “Carola di angeli”, è oggi esposto in Museo presso la sala dedicata alla fine dell’età borromaica (n. 11).

L’opera, di forma rettangolare, rappresenta una corona di sei figure alate in volo, che si legano fra loro in circolo intrecciando le braccia, snodate ritmicamente in pose articolate, contrapposizioni e scorci di arditezza e dinamismo estremi.

La corona di angeli avvolge al centro tre putti che stringono un lungo cartiglio, mentre ai bordi affiorano alcune testine di cherubini.

L’opera, eseguita dallo scultore Gaspare Vismara e affiancata in origine da due “trofei” marmorei con strumenti musicali, era posta sul soffitto del portale centrale del Duomo, da dove fu rimossa per consentire l’alloggiamento delle imposte bronzee di Lodovico Pogliaghi, inaugurate nel 1906 e tuttora in loco.

Rispetto al modellino preparatorio in terracotta del 1631, sempre realizzato da Vismara e anch’esso custodito nella sala n. 10 del Museo, la “Carola di angeli” marmorea stravolge sostanzialmente l’invenzione in tutta la sua originaria scioltezza e ritmico snodarsi circolare della catena delle figure.

Quello che nel modellino era reso in chiave più pittorica, è infatti tradotto dall’autore accentuandone i valori di plasticità. A tale scopo, il nucleo centrale appare reinventato: eliminata la raggiera di fondo, lo scultore aumenta le dimensioni dei putti, il che lo induce, trovandosi in uno spazio ridotto, a rappresentare in verticale anche i due angioletti laterali, con una soluzione a figure capovolte.

Gli angeli esterni, rilevati con forte aggetto, assumono invece una robusta e dilatata plasticità che li comprime nello spazio. I volti, nello specifico, lasciano emergere una singolare tipologia dai tratti rusticamente caratterizzati: un aspetto nuovo nella produzione di Vismara, rivelatore di una peculiare autonomia stilistica.

Dal punto di vista iconografico, la “Carola di angeli” del portale centrale è legata all’esaltazione della nascita della Vergine, cui il Duomo è dedicato; lo stesso vale per le analoghe rappresentazioni destinate ai soffitti dei portali laterali.