Scultura

Doccione zoomorfo

di Marchestem Annex (documentato in Duomo dal 1393 al 1404), ambito di

Cronologia: Primo decennio del XV secolo

Misure cm: 55 × 35 × 150

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST57

Situata originariamente sopra una statua di “Gigante” nel transetto meridionale del Duomo, questa scultura in marmo di Candoglia è un doccione (o gargoyle), cioè un elemento funzionale per la raccolta e lo scarico delle acque piovane tipico dell’architettura gotica.

I 150 doccioni della Cattedrale, collocati all’estremità degli archi rampanti, sugli angoli delle guglie e dei contrafforti e lungo i parapetti, hanno forme molteplici: se fra Trecento e Quattrocento prevalgono animali reali o fantastici, demoni ecc., successivamente compaiono anche figure umane e angeliche che rivelano una sensibilità artistica più ricercata.

Oltre alla loro funzione materiale, alcuni studi hanno attribuito ai doccioni la capacità simbolica di guardiani, che proteggono il Duomo dall’esterno allontanando gli spiriti maligni.

Realizzato entro il primo decennio del Quattrocento, il doccione in questione è oggi custodito presso il Museo nella sala n. 5, dedicata a queste opere: esso rappresenta un drago alato con la grande bocca aperta a rivelare i denti, dotato di un’intensa caratterizzazione e forza plastica, soprattutto nella robustezza delle squame, nel vigore degli occhi e nella potenza dello slancio.

Per quanto riguarda l’autore, gli studiosi hanno proposto un seguace di Annex Marchestem. Quest’ultimo, documentato nel cantiere del Duomo dal 1393 al 1404, fu come altri maestri d’oltralpe (Roland de Banille, Nicolò da Venezia, Walter Monich) a capo di una delle più consistenti squadre di lapicidi.

Nello specifico, Marchestem ebbe un certo rilievo nella realizzazione dei doccioni, eseguendone uno molto simile a quello in oggetto che oggi si trova ancora sopra un “Gigante” della zona absidale.