Modelli scultorei

Ester e Assuero

di Biffi Giovan Andrea (Milano, 1580 circa-1631)

Cronologia: 1629

Misure cm: 51 × 82 × 18

Materia e Tecnica: Terracotta a rilievo

N. Inventario: MR708

L’opera, raffigurante “Ester e Assuero” ed esposta in Museo presso la sala dedicata all’età borromaica (n. 10), appartiene al ciclo dei cinque modelli in terracotta per i rilievi marmorei con soggetti dell’Antico Testamento situati sulle sovrapporte del Duomo.

Essi furono elaborati a partire da dipinti preparatori di Giovanni Battista Crespi detto il Cerano (1628-1629), anch’essi in Museo, e commissionati dalla Veneranda Fabbrica agli scultori Gaspare Vismara, Giovanni Andrea Biffi e Giovan Pietro Lasagna.

Come le tempere su tela del Cerano, sensibile interprete artistico del clima della Controriforma e già autore, per il Duomo, di alcuni dei celebri quadroni con i “Fatti” (1602-1603) e i “Miracoli” (1610) della vita di san Carlo Borromeo, anche i modelli in terracotta sono dedicati a personaggi femminili della Bibbia ritenuti prefigurazioni della Vergine Maria, alla quale la Cattedrale è dedicata: Eva, madre del genere umano, e le quattro eroine che secondo le Scritture hanno avuto un ruolo determinante nel cammino del popolo di Israele verso la salvezza (la regina di Saba, Giuditta, Giaele ed Ester).

Il modello rettangolare con “Ester e Assuero”, eseguito da Giovan Andrea Biffi nel 1629, rappresenta il momento in cui Ester, giovane sposa di origine ebraica del re babilonese Assuero, sviene sorretta da due ancelle (a destra): ciò avviene dopo la richiesta al consorte, assiso in trono (a sinistra), di ritirare un editto ordinante lo sterminio degli ebrei presenti nel regno.

I due personaggi principali sono circondati da vari astanti: dietro alle ancelle che sostengono la regina, infatti, si intravedono altre due donne, mentre a sinistra del re compare il volto di una figura maschile.

Rispetto al dipinto preparatorio di Cerano, anch’esso custodito presso il Museo del Duomo, nel suo modello Biffi si prende non poche licenze: infatti, oltre ad alternare una stesura più levigata negli incarnati delle figure femminili e nei primi piani a una più abbreviata in quelle retrostanti, egli attribuisce ad Assuero una postura maggiormente eretta, meno aggettante fuori dal quadro. Inoltre il personaggio maschile alle sue spalle, in origine seminascosto e in penombra, appare più incombente, così come risultano reinventati i volti delle ancelle in primo e secondo piano.

La versione marmorea, destinata alla prima sovrapporta a nord del Duomo, fu iniziata da Biffi nel 1629 e, dopo la sua morte, conclusa entro il 1635 dal figlio Carlo: in essa, grazie alla sensibilità di quest’ultimo, le figure recuperano in parte l’originaria interpretazione di Cerano. Carlo Biffi dimostra così di seguire più il disegno preparatorio rispetto al modello in terracotta del padre, interpretando tuttavia la tipologia ceranesca in una chiave di più addolcita finezza.