Scultura

Figura portascudo

di Scultore lombardo

Cronologia: 1480 circa

Misure cm: 113 × 31 × 25

Materia e Tecnica: Marmo di Candoglia a tuttotondo

N. Inventario: ST131

Raffigurante una “Figura portascudo”, la scultura in marmo di Candoglia è databile al 1480 circa. Proveniente con molta probabilità dal Duomo, si trova oggi esposta nella sala dedicata all’età sforzesca (n. 7).

L’opera rappresenta una figura femminile che regge con la mano sinistra uno scudo, recante lo stemma sforzesco del leone galeato coi tizzoni e i secchi. La destra è invece portata al petto.

Il personaggio, abbigliato con una tunica e un manto dai panneggi spigolosi, ha Il capo leggermente rivolto verso la sua sinistra; i lunghi capelli riccioluti appaiono suddivisi in due bande laterali.

Secondo gli studiosi la statua proviene da un complesso scultoreo più ampio, collocato in Duomo, di patrocinio ducale: nello specifico, la “Figura portascudo” doveva trovarsi a una delle estremità di tale apparato, con la funzione di complemento coreografico e di contrassegno patronale attraverso lo stemma sullo scudo, utilizzato con particolare predilezione da Galeazzo Maria Sforza.

Per quanto riguarda il versante stilistico, la scultura appare improntata alle aspre formule linguistiche più diffuse nella scultura lombarda tra fine dell’ottavo e il nono decennio del Quattrocento: in particolare, l’ovale del volto sembra accostabile a quello di alcuni angeli nell’”Adorazione” e nella “Fuga in Egitto” del monumento di Giovanni e Vitaliano Borromeo all’Isola Bella, opera di Giovanni Antonio Piatti e collaboratori (1475-1478), e a quello del san Raffaele in un riquadro del monumento funebre di Pier Candido Decembrio in Sant’Ambrogio a Milano (1477), già supposto della cerchia del Piatti.